Israele, Netanyahu: “Gerusalemme è solo ebrea”

Netanyahu: "Gerusalemme è sempre stata la capitale del popolo ebraico". Altra ferma chiusura alla pacifica convivenza con i palestinesi, che gli stessi esponenti di "Casa Ebraica" hanno bollato come "obiettivi militari". Più che "scivolare a Destra", Israele veleggia verso il "Nazionalfanatismo"

Israele, Netanyahu: “Gerusalemme è solo ebrea”

Continua il braccio di ferro tra Benjamin Netanyahu, Presidente d’Israele fresco di contestatissima rielezione, e la Comunità Internazionale. Sul tavolo delle trattative (mai realmente iniziate a voler puntualizzare) figura sempre la stessa, delicatissima questione: la creazione di uno Stato palestinese riconosciuto, e la suddivisione dei territori israeliani, occupati con la forza, tra israeliani e palestinesi. Sarebbe un affronto imperdonabile per il buon Bibi, che considera anche solo l’idea della pacifica convivenza con gli “infedeli” musulmani come blasfemia.

D’altronde, quale fosse l’andazzo della politica estera di Israele lo si era capito già in sede di propaganda elettorale, con Netanyahu che presenziava presso i settori occupati militarmente dai soldati israeliani per fare propaganda direttamente “al fronte”. Ed ancor più sintomatiche delle ideologie del nuovo governo erano state le scelte dello stesso premier israeliano, quando si trattò di dover formare l’esecutivo: completamente ignorati i centristi ed i moderati, Benjamin Netanyahu ha invece scelto di cavalcare al fianco di Naftali Bennett.

Bennett, per coloro che fossero digiuni di politica israeliana, è un self-made man di straordinaria popolarità in patria: giovane, aitante, estremamente intelligente e soprattutto politicamente e religiosamente invasato. Da un lato infatti Bennett è un grandissimo uomo d’affari, fondò la compagnia hi tech Cyota quando aveva solo 24 anni ed oggi è uno degli uomini più ricchi d’Israele; dall’altro, per inquadrare le sue ideologie politiche è sufficiente citare Zeev Sternhell, ex direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Ebraica di Gerusalemme: “Rispetto alle idee di cui Bennett è portatore, Marine Le Pen appare una pericolosa gauchiste”.

Ed ora l’uomo che farebbe apparire Marine Le Pen come una simpatizzante di Sinistra tiene Bibi per i gioielli, perché sa benissimo che i parlamentari da lui portati in dote sono fondamentali per tenere in piedi il nuovo governo. Da qui le svariate concessioni di cui ha già potuto godere, tra le quali la nomina a Ministro della Giustizia della figlioccia Ayelet Shaked, conturbante 39enne che già si è espressa con dichiarazioni accese riguardanti gli immigrati africani e gli omosessuali; il tutto dopo aver bollato la Corte Suprema del Paese come “comunista”, auspicando la creazione di una legge che consentisse al Parlamento di invalidare i suoi verdetti.

Non paga, la Shaked ha voluto esprimersi anche sulla Palestina, invitando la nazione a considerare ogni palestinese come un “obiettivo militare”, lanciando una campagna di demonizzazione delle madri dei terroristi (ritenute colpevoli dei peccati dei figli), ed additando gli stessi bambini palestinesi come “piccoli serpenti”. Non male, per un neo Ministro della Giustizia.

Insomma, il clima che tira dalle parti di Israele è piuttosto chiaro, ma Netanyahu ha ritenuto opportuno ribadirlo ancora una volta: “Gerusalemme è sempre stata la capitale del popolo ebraico”, e non verrà divisa con nessun altro popolo al mondo. Perché Dio d’altronde, nella sua infinita saggezza, ha scelto gli ebrei come popolo eletto. Questo quantomeno è la concezione che sta alla base delle scelte di politica estera del nuovo governo israeliano. Tra fondamentalisti islamici e fondamentalisti ebrei, insomma, la situazione nella polveriera mediorientale diventa ogni giorno più delicata.

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