Israele: bloccate navi palestinesi con aiuti umanitari

Sono state bloccate quattro navi palestinesi della Flotilla per la pace, condotte da attivisti palestinesi. Tentavano di forzare il blocco di Gaza. Il sequestro delle imbarcazioni da parte dei militari d'Israele è avvenuto senza incidenti

Israele: bloccate navi palestinesi con aiuti umanitari

Mentre il mondo intero rimane in apprensione per la spinosa questione dell’Isis (praticamente l’unico punto in comune che unisce Barack Obama e Vladimir Putin di questi tempi, spingendoli quantomeno ufficialmente a collaborare per creare un fronte comune), con un doveroso occhio di riguardo nei confronti della “questione ucraina“, poco più ad Ovest del terribile (di questi tempi) binomio Iraq-Siria continuano le violenze perpetrate dagli israeliani ai danni del popolo palestinese.

La riconferma di Benjamin Netanyahu alla guida di Israele, alla testa di una coalizione più ultraconservatrice che mai, ha infatti ulteriormente inasprito il conflitto tra i due popoli, intensificando gli sforzi degli israeliani per tentare di ultimare le operazioni di pulizia etnica ai danni degli odiati “cugini”. Lungo le coste di Gaza è stato infatti dichiarato il blocco navale, che perdura oramai da tempo; per tentare di spezzare l’agonia di chi è rimasto senza aiuti, quattro navi guidate da attivisti palestinesi hanno provato a superare i controlli, venendo fermate dai commandos israeliani.

Tutte e quattro le navi risultano essere parte della “Flotilla per la pace“, composta da attivisti filo-palestinesi, che si prefigge di dare risposte pacifiche e non armate alle continue azioni bellicose dei militari israeliani nei confronti dei civili. Le forze armate della marina israeliana hanno dunque bloccato le imbarcazioni, rendendo noto che: “Dopo essere ricorsi a tutti i canali diplomatici, il governo israeliano ha ordinato alla marina di fermare le imbarcazioni che sono state ripetutamente avvisate di cambiare rotta”.

“L’operazione si è svolta senza incidenti” hanno specificato i militari israeliani, i quali il 31 Maggio 2010 in una situazione analoga, causarono la morte di 9 persone, nel corso dell’evento tristemente noto come “Incidente della Freedom Flotilla”. In quell’occasione, le navi della Flotta salparono per tentare di forzare il blocco, così da aumentare l’attenzione dei media sulla questione e tentare di portare aiuti umanitari agli sfollati.

Gli equipaggi erano composti da cittadini delle nazioni più disparate: dalla Grecia alla Turchia, dagli Stati Uniti all’Italia, al Belgio, al Kosovo, ai Paesi Bassi, alla Germania, e molte altre ancora. A bordo vi erano inoltre numerosi politici e parlamentari, oltre a Mairead Corrigan (Nobel per la pace) ed altri illustri letterati. In quell’occasione gli attivisti a bordo della MV  Mavi Marmara, dopo essere stati intercettati, reagirono con la forza all’occupazione armata israeliana del ponte della nave, venendo massacrati dai soldati del governo di Tel Aviv.

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