La 17enne austriaca Samra Kesinovic, originaria di Vienna, lo scorso anno (aprile 2014) era andata in Siria con una sua amica, Sabina Selimovic, 15enne kosovara, con l’intenzione di unirsi all’Isis.
Entrambe le ragazze si erano sposate in Siria e si erano unite ai terroristi diventando le “ragazze immagine” dell’organizzazione terroristica, ritratte in diverse fotografie di propaganda in giro per i social network, sempre con il velo e con armi in pugno, circondate da jihadisti armati.
Sembravano soddisfatte della nuova vita all’insegna dello jihad e del terrorismo; invece, evidentemente, era solo apparenza poichè sembrerebbe che entrambe si fossero in seguito pentite ed avevano intenzione di tornare a Vienna. Avevano contattato i genitori per raccontare del loro pentimento, stanche di tutte le stragi e gli omicidi dello Stato Islamico. Il governo austriaco, però, a causa della loro figura troppo compromessa, aveva rifiutato il rientro delle due ragazze in Austria.
Era già successo in precedenza che due adolescenti che avevano deciso di lasciare l’Austria per unirsi all’Isis, erano state fermate poichè i genitori di una di loro si erano insospettiti vedendo il bagaglio della figlia. “Se si riesce a fermarli in tempo prima che lascino il Paese ok, altrimenti, anche qualora dovessero pentirsi e cambiare idea, sarebbe quasi impossibile rimpatriarli” ha affermato Alexander Marakovitz, portavoce del ministero degli Interni austriaco.
A riferire della morte di Samra sarebbe stata una donna di origini tunisine che aveva vissuto a Raqqa con le ragazze ed era poi riuscita a fuggire.
Le autorità austriache non hanno voluto commentare la notizia.