E’ di 20 morti e circa 50 feriti (ma Al-Jazeera parla di almeno 100 feriti) il bilancio di un attentato avvenuto quest’oggi presso una moschea in Arabia Saudita, nella provincia orientale di Qatif. L’esplosione è avvenuta durante l’orario delle preghiere del venerdì, quando all’interno del luogo di culto si trovavano dai 100 ai 150 fedeli riuniti per le funzioni religiose. La moschea distrutta è quella dell’Imam Ali di Kudeih, ed il bersaglio erano proprio i musulmani sciiti, da sempre nel mirino dei fanatici dell’Isis.
E sarebbe stato proprio lo Stato Islamico a rivendicare l’attentato, qualche ora dopo la tremenda deflagrazione, che ha lasciato uno scenario desolante all’interno della moschea: al-Manar, la TV degli Hezbollah del Libano, ha infatti trasmesso le orribili immagini dei corpi straziati, dei calcinacci sui tappeti divelti immersi nelle pozze di sangue, tra membra mutilate e cadaveri dilaniati. Non è tuttavia ancora stato accertato se le rivendicazioni dell’Isis, arrivate via Twitter, possano essere ritenute credibili.
I terroristi avrebbero inoltre reso noto anche nome e cognome del kamikaze responsabile dell’attentato, pubblicando una sua foto in allegato: si tratterebbe di Abu Amer al-Najdi. Al-Najdi si sarebbe fatto esplodere all’interno del luogo di culto utilizzando una classica cintura imbottita di esplosivo. Il Gran Mufti Aziz Al ash-Sheikh, massima guida religiosa del Paese, ha affermato che i responsabili dell’attentato intendono “Provocare una spaccatura tra i figli della nazione”.
Nel comunicato dell’Isis riguardo alla rivendicazione della strage, sono state inoltre espresse altre minacce nei confronti degli sciiti, che i fondamentalisti islamici dell’Isis intendono cacciare alla Penisola araba, sterminando tutti coloro che rifiuteranno di andarsene. La stima di morti e feriti rimane tuttavia ancora incerta, ed il bilancio ufficiale sarà reso noto solamente nelle prossime ore (la BBC ad esempio ha reso noto che, secondo le loro fonti, i morti non sarebbero più di dieci).