Il suo nome è Telemark Battalion, ed è un battaglione di fanteria meccanizzata d’élite facente parte della Brigata Nord, l’unica brigata effettiva dell’esercito norvegese. Ma sui campi di battaglia sono conosciuti come “Punishers”, i Punitori; un tributo al famoso “The Punisher”, il vigilante antieroe creato dalla Marvel Comics ed apparso per la prima volta negli albi a fumetti nel 1974. Con il quale il Telemark Battalion condivide l’emblema: il classico teschio stilizzato dell’antieroe Frank Castle, che sovrasta le parole “Jokke – We will never forget”, cucito sulle uniformi dei soldati. Il battaglione ha visto la luce nel 1993, ha preso parte a numerosi conflitti (Bosnia, Kosovo, Iraq) ed è conosciuto per essere una delle migliori élite a disposizione dell’Alleanza Atlantica.
La notizia è che circa 50 “Punishers” verranno inviati prossimamente nella città di Irbil, a Nord dell’Iraq, allo scopo di addestrare le milizie curde nell’ambito della guerra ai fondamentalisti islamici dell’Isis. L’indiscrezione è stata confermata anche dal Ministero della Difesa norvegese: la missione avrà inizio ufficialmente ai primi di Aprile. Le vicende del Telemark Battalion divennero famose nel 2010, quando alcuni Punishers iniziarono a dipingere il simbolo che il battaglione condivide con il vendicatore della Marvel, il famoso teschio stilizzato, sulle case di coloro che erano sospettati di appartenere all’organizzazione dei Talebani.
La frase “Jokke – We will never forget” presente sotto l’emblema del teschio cucito sulle divise, fa invece riferimento alla morte di Claes Joachim Olsson (22), ucciso durante gli scontri con i Talebani a Nord-Ovest dell’Afghanistan. Olsson era infatti conosciuto all’interno del gruppo con il diminutivo di Jokke. Altro fatto curioso che ha contraddistinto i Punishers nel corso del conflitto contro i Talebani, è l’oramai celebre carica guidata dal Maggiore Rune Wenneberg, che incitò così i propri uomini prima dell’attacco: “Voi siete i predatori, i Talebani sono la preda. Al Valhallah!”. Per coloro che non ne fossero a conoscenza, il Valhalla è, nella mitologia Norrena, la “Sala dei Morti in Battaglia”. Sostanzialmente, il paradiso al quale possono accedere unicamente i guerrieri morti eroicamente sul campo, per sintetizzare il concetto in maniera profana, ma di immediata comprensione.
L’americano Charles Stanley, ex sergente dell’82° Airborne Division dell’esercito statunitense, ha conosciuto da vicino il Telemark Battalion, in occasione della guerra in Bosnia. Il 51enne ha infatti affermato, nel corso di un’intervista: “L’Isis dovrebbe avere molta paura di loro. Non si risparmiavano mai, sul campo e nelle esercitazioni, e quando scendevano in battaglia, l’unica cosa di cui si preoccupavano era la guerra. Erano implacabili, fino alla fine della missione”. Charles Stanley, ora impiegato nella Catholic High School di Modesto, California, ha poi aggiunto: “La loro attitudine si può riassumere in: <<qualsiasi cosa si trovi sulla nostra strada, la demoliamo>>. E questo valeva sia quando si trattava di mangiare, che di guidare veicoli corazzati. Non ci sono mezze misure con loro: o tutto, o niente […] Durante Desert Storm, gli unici che forse potevano permettersi di rivaleggiare con loro, per ferocia e competenza, erano quelli della Legione Straniera francese”.
Dei veri e propri mastini della guerra, che da Aprile saranno chiamati ad rievocare le gesta dei loro avi vichinghi, sovrintendendo l’addestramento dei pesghmerga curdi, così da insegnare loro il modo migliore per arrivare all’agognato Valhalla.