Irlanda, atrocità negli Istituti religiosi: morti 9mila bambini

In Irlanda un'indagine effettuata da una commissione indipendente e durata cinque anni svela degli orrori effettuati in tutto il Paese da istituti religiosi. Sono circa 9mila le morti sospette.

Irlanda, atrocità negli Istituti religiosi: morti 9mila bambini

Nella contea di Galway, in Irlanda, nel 2017 era stata scoperta una fossa comune, nei pressi di quella che era stata in passato, una casa per ragazze madri. All’interno della fossa, sono stati ritrovati circa 800 bambini, da lì è partita l’indagine in tutte le mother and baby home del Paese, in particolare quelle gestite da suore. In queste case venivano accolte donne con bambini nati al di fuori del matrimonio ed orfani.

L’Irlanda si trova così a svelare le atrocità degli Istituti religiosi e a fare i conti con una pagina di storia, probabilmente tra le più buie del paese. L’indagine durata cinque anni sarà pubblicata in un rapporto di circa 3mila pagine, dove saranno portate alla luce le 9mila morti di bambini e le testimonianze dei sopravvisuti. 

L’indagine e le 9mila morti sospette

In 3mila pagine, anticipate dall’Irish Independent, ci sono storie di violenze e abusi degli istituti religiosi per madri sole in strutture dal 1922 al 1998. In 18 istituti si calcola che in quel periodo morirono circa 9mila bambini. In molte circostanze i bambini morivano per malattie non curate, malnutrimento o perchè spesso venivano abbandonati a loro stessi. Quando i piccoli si estinguevano, i loro corpicini venivano messi in fosse comuni, coperti dal terreno senza alcuna identità.

Un dossier dettagliato portato alla luce grazie ad investigazioni durate 5 anni con racconti e testimonianze, in cui emerge una realtà deplorevole, senza umanità durata 70 anni,in quegli istituti che avrebbero dovuto avere invece un’impronta caritatevole e amorevole, ma dove invece erano luoghi di punizione per madri considerate peccatrici, in quanto i loro bambini nascevano al di fuori del matrimonio, ed erano quindi costrette all’adozione.

Tra le testimonianze, vi è quella di Anne Harris, 70enne, che nel 1970 partorì il suo bambino in uno degli Istituti presenti nella Contea di Cork, la donna ha dichiarato: “Mi spiace che ci sia voluto tanto tempo. La società irlandese era molto rigida sui figli nati fuori dal matrimonio. Le donne venivano rinchiuse in quegli istituti, lontano dalla vista“. Inoltre, lo stato irlandese e le organizzazioni religiose, vietava alle donne di restare in contatto con la struttura una volta uscite da esse e sopratutto ai figli adottati di poter risalire ai genitori biologici.

Le scuse dello Stato

Il dossier sarà esibito il 13 Gennaio dal premier Michéal Martin al Parlamento di Dublino, insieme ad un atto ufficiale di scuse. Il premier ha dichiarato:”Il regime descritto nel rapporto non ci è stato imposto da nessuna potenza straniera. Lo abbiamo fatto a noi stessi come società. Abbiamo trattato le donne eccezionalmente male. Abbiamo trattato i bambini in modo terribile. Abbiamo avuto un atteggiamento completamente distorto nei confronti della sessualità e dell’intimità. Giovani madri e i loro figli sono stati costretti a pagare un prezzo terribile per questo sistema disfunzionale”.

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