Iraq, ucciso il “regista” dell’Isis

Nel raid sarebbero morti in tutto almeno 28 terroristi, tutti combattenti nelle file dell'esercito nero dello Stato islamico. Tra questi anche Abu Osama al-Amriky "documentarista" dell'Isis

Iraq, ucciso il “regista” dell’Isis

Il ministero dell’Interno iracheno ha annunciato la morte di Abu Samra, l’uomo considerato il “regista” dei raccapriccianti video diffusi dall’Isis in questi mesi. A riferirlo sono i media iracheni. L’uomo, il cui vero nome era Abu Mohammed al-Souri, sarebbe morto in un raid “mirato” dell’aviazione irachena nella provincia di Anbar. È stato sempre il ministero dell’Interno di Baghdad a precisare che nel raid sono rimasti uccisi “almeno 28 terroristi”, tutti jihadisti combattenti nelle file dell’esercito nero dello Stato islamico. Tra questi ci sarebbe anche Abu Osama al-Amriky, di nazionalità statunitense, considerato invece il “documentarista” dell’Isis.

Fonti citate da al Arabiya affermano che tra le vittime “figurano diversi comandanti militari” e che il raid ha preso di mira un compound a Qaim, nel distretto di Falluja. Il raid dell’aviazione irachena fa parte dell’operazione “Mustafa Al Sebhawy”, che prende il nome dal soldato iracheno catturato dall’Isis e impiccato dagli jihadisti a un ponte di Falluja. Tra le vittime, oltre a Abu Samra e Abu Osama al-Amriky, ci sarebbero anche “Abu Aicha Al Ansari, esperto di esplosivi, Abu Saif Al Jazrawy, un marocchino, Abu Hussein Al Sulaimani, responsabile della fondazione caritatevole dell’Isis e Abdullatif Jumaa Al Mohammedy, capo delle operazioni suicide a Falluja”.

Abu Samra, nato in Francia nel 1981, aveva la doppia cittadinanza siriana e americana e, stando a quanto riferito da fonti dell’Fbi, aveva ottenuto una laurea in tecnologia informativa presso l’università di Boston, ed era stato “impiegato presso una società di telecomunicazioni”. L’uomo aveva condotto una vita normale fino al 2014, anno in cui era volato in Iraq per combattere contro l’esercito americano. Nel 2006 Abu Samra aveva rischiato di essere arrestato dall’Fbi, ma era poi riuscito a scappare in Siria, dove si sarebbe successivamente affiancato ai terroristi dello Stato islamico.

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