Iran, uccise la fidanzata quando era minorenne: impiccato ragazzo di 25 anni

Arman Abdolali, arrestato a 17 anni per l'omicidio della sua fidanzata, è stato impiccato in Iran, nonostante gli appelli di diverse ong e attivisti contro l'esecuzione della condanna.

Iran, uccise la fidanzata quando era minorenne: impiccato ragazzo di 25 anni

Dramma ieri mattina in Iran, dove Arman Abdolali, il 25enne arrestato quando aveva 17 anni per l’omicidio della fidanzata Ghazaleh Shakour, è stato impiccato nella prigione di Rajaishahr, vicino Teheran. 

 Il via libera alla condanna è stato dato dopo che la famiglia della vittima ha rifiutato di perdonarlo, cosa che invece gli avrebbe permesso di evitare la pena capitale, nonostante gli appelli di diverse ong e attivisti contro l’esecuzione. 

L’esecuzione della condanna

L’Iran è uno dei pochi Paesi al mondo che continua ad applicare la pena di morte per i minorenni, pur essendo firmatario del Patto internazionale sui diritti civili e politici e della Convenzione sui diritti dell’infanzia, che vietano le condanne capitali per reati commessi da una persona di età inferiore ai 18 anni. 

Amnesty International aveva descritto il processo come “irregolare, basato su confessioni estorte sotto tortura”. La pressione internazionale aveva più volte spinto Teheran a posticipare l’uccisione di Abdolali. Il delitto è avvenuto nel 2014. Per il tribunale l’imputato avrebbe ucciso la fidanzata facendone sparire il corpo, dimostrando così di avere la “maturità mentale” per comprendere la natura e le conseguenze del reato commesso.

La sentenza è stata confermata dalla Corte suprema nel luglio 2016, non tenendo conto del fatto, pur emerso nei processi di primo e secondo grado, che Abdolali era stato tenuto in isolamento per 76 giorni e ripetutamente picchiato affinché firmasse una “confessione”, ha sottolineato Amnesty International. 

Nel febbraio 2020, la Corte suprema ha ordinato un nuovo processo, conclusosi con una nuova condanna a morte. Il tribunale ha ammesso che, essendo trascorsi tanti anni, non era possibile stabilire la “maturità mentale” ma, in assenza di prove del contrario, questa doveva essere data per assodata.

Continua a leggere su Fidelity News