Iran, a 22 anni sposa una bimba di 11: l’inaspettata sentenza del tribunale

Tanta indignazione e polemica in rete dopo la diffusione del video delle nozze di una bimba di 11 anni con un uomo di 22: interviene il tribunale con una sentenza inaspettata

Iran, a 22 anni sposa una bimba di 11: l’inaspettata sentenza del tribunale

Da un lato lei, con un trucco leggero, i suoi folti capelli neri ed il velo bianco a simboleggiare il suo candore. Dall’altro lato, il promesso sposo, che aspetta di ricevere il fatidico “SI” e gli amici ed i parenti intorno per festeggiare quel “lieto” evento.

Potrebbe esserlo, in effetti, se non fosse che la sposa ha appena 11 anni ed è stata letteralmente data in pasto ad un uomo di 22 anni. Una delle tante situazioni quotidiane in Iran, di cui troppo poco si parla, ma che grazie ad un video diffuso per caso sui social si è risolta nel migliore dei modi.

Si tratta di un filmato di un paio di minuti, che potrete vedere sotto, in cui vengono mostrati i festeggiamenti per le nozze di questa coppia. Immediata la reazione del web e la viralità del video che ha sollevato non poche polemiche, costringendo l’intervento delle autorità locali.

Il tribunale della provincia di Kohgiluyeh e Buyer Ahmad ha, infatti, preso in carico la questione annullando l’unione tra i due. Stando alle dichiarazioni riportate dalle agenzie stampa Inra e Isna, si sarebbe trattato solo di un matrimonio temporaneo, una pratica propria dell’Islam sciita, una sorta di unione contrattuale che può durare da un minuto a 99 anni.

“Si sono uniti per conoscersi, ma il matrimonio vero e proprio si sarebbe celebrato solo tra sei anni”, spiega Hassan Negin Taji, procuratore provinciale, che ha poi aggiunto: “Tuttavia ci siamo resi conto che la bambina, data la giovane età, è ancora poco consapevole. Abbiamo annullato il matrimonio cosicché possano sposarsi a tempo debito, dopo aver ottenuto l’autorizzazione da un tribunale”.

In ogni caso sono scattate le denunce per i genitori della bambina, per lo sposo, per il chierico ed anche per chi ha diffuso il video sui social (denunciando il fatto riprovevole): rischiano una condanna che va dai 6 mesi ai 6 anni di carcere

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