Inghilterra: i ministri hanno respinto il piano di riapertura delle scuole

In Inghilterra si ipotizza la riapertura graduale, ma al contempo viene ignorata una soluzione proposta dai ricercatori. Ecco cosa sta succedendo nelle ultime ore.

Inghilterra: i ministri hanno respinto il piano di riapertura delle scuole

Inizialmente era stato presentato al governo inglese un piano che consentiva agli studenti di ritornare a scuola, frequentando a settimane alterne. Successivamente, una proposta esprimeva la volontà di riaprire in maniera diffusa le scuole dal 1° giugno. Più nello specifico tale riapertura riguarderebbe gli studenti di età compresa tra 1 e 6 anni. Tuttavia, quanto suggerito dagli scienziati, cioè la riapertura a settimane alterne, è stata letteralmente ignorata. 

Il vero problema, però, è che nel complesso c’è incertezza sul possibile scenario che potrebbe svilupparsi con il ritorno a scuola. Il motivo, logicamente, è legato alle possibilità di trasmettere l’infezione ai bambini, che di per sé a quell’età non hanno coscienza del mantenere una distanza di sicurezza.

Scuole aperte in Inghilterra dopo il Covid-19 a settimane alterne

Il problema, inoltre, non riguarderebbe solo l’interno delle mura scolastiche, ma anche l’esterno. Una volta usciti dal portone principale della scuola, i bambini sono a contatto con il mondo esterno, con un virus che di fatto continua a circolare, anche se non con la stessa persistenza delle settimane scorse.

In Scozia, ad esempio, invece, il governo ha deciso di non riaprire in alcun modo le scuole almeno fino al termine delle vacanze estive. Il ritorno, dunque, è come minimo spostato al mese di settembre. Sono stati ipotizzati 9 scenari e uno di essi sarebbe quello più probabile. 

Lo scenario più probabile, ovvero quello numerato con il 7, prevede la suddivisione degli alunni in gruppi e il frequentare durante l’anno scolastico a settimane alterne. Al momento, questa, infatti, è la soluzione che secondo gli scienziati e i vertici politici sarebbe più sicura e che consente di limitare la trasmissione del virus in misura decisamente migliore. Questa soluzione andrebbe a vantaggio anche degli adulti che lavorano nelle scuole, insegnanti, collaboratori scolastici vari, presidi, vicepresidi e figure professionali simili.

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