India: stupratore linciato dalla folla, scattano gli arresti

Dopo l'impiccagione inflitta allo stupratore bengalese, avvenuta giovedì scorso, scattano i primi arresti: tensione alle stelle a Dimapur, la zona resta presidiata da centinaia di poliziotti

India: stupratore linciato dalla folla, scattano gli arresti

Sono state arrestate 21 persone in seguito al linciaggio di uno stupratore, avvenuto giovedì scorso a Dimapur, nel nord-est dell’India. L’uomo, infatti, era stato trascinato con la forza dal carcere dove si trovava dalla folla inferocita, e dopo essere stato spogliato, continuamente picchiato e trascinato per le strade della città, è stato impiccato pubblicamente.

La vittima era un commerciante musulmano di origine bengalese, che era stato rinchiuso in carcere per aver ripetutamente violentato una 19enne del posto, di etnia Naga. La questione etnica, mai come in questo caso, sembra avere un ruolo rilevante in questa vicenda: la ferocia della folla, infatti, potrebbe essere collegabile alle continue e crescenti tensioni all’interno dello Nagaland, in cui gli abitanti del posto accusano i vicini abitanti dello Stato di Assam e del Bangladesh (di cui la vittima, come detto, era originaria) di voler colonizzare le loro terre: episodi come quello dello stupratore bengalese, quindi, vengono visti come un attacco alla propria identità, oltre che ai membri della propria comunità.

In seguito all’episodio del linciaggio, la polizia ha deciso di schierare centinaia di uomini a pattugliare le strade della città, per mantenere l’ordine pubblico. La tensione nella zona è aumentata anche in seguito alla messa in onda, da parte della BBC, di un documentario sullo stupro di gruppo risalente al dicembre del 2012, che costò la vita ad una studentessa di 23 anni; scattato, negli ultimi giorni, anche il coprifuoco.

L’arresto delle 21 persone, almeno a livello di capo di imputazione, non è avvenuto formalmente per l’omicidio dello stupratore bengalese; o meglio, ancora non è chiaro se gli arrestati siano direttamente coinvolti o meno nel linciaggio avvenuto giovedì scorso. Il loro arresto è invece legato ad una generica accusa di “disordini e raduno illegale”. Le informazioni che filtrano, per ora, sono poche e confuse. Quel che è chiaro, è che i territori dello Nagaland sono una polveriera pronta ad esplodere.

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