Il 12 settembre a Mumbai, in India, sono scattate le manette per un uomo, accusato di aver stuprato e torturato barbaramente una donna di 34 anni, deceduta poche ore dopo in ospedale a causa delle gravissime ferite riportate.
L’aggressore è Mohan Chauhan, un autista di 45 anni, come riferisce il Commissario di Polizia Hemant Nagrale, ed il suo arresto è stato possibile grazie alle registrazioni delle telecamere di sorveglianza di un parcheggio vicino.
La ricostruzione
La vittima, stando alle ricostruzioni, sarebbe stata violentata e aggredita con un’asta di ferro, secondo l’affiliato della CNN News-18, che ha citato un funzionario locale. La donna è stata ricoverata al Rajawadi Hospital e inizialmente sembrava rispondere bene alle cure ma, purtroppo, la gravità delle ferite riportate ne ha provocato il decesso.
Questo è solo l’ultimo di una lunga lista di episodi di violenza sulle donne in India, verificatosi nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 settembre, con la vittima, madre di 2 figli, chiusa in un furgone, dove l’uomo l’ha struprata per poi torturarla con una sbarra di ferro ed un coltello. Vittima e aggressore, come riporta Balwant Deshmukh, ispettore di polizia presso la stazione di polizia di Sakinaka, sono entrambi senzatetto.
Come Nirbhaya
Questa nuova aggressione ci riporta, in qualche modo, a quella di Nirbhaya, la studentessa di New Delhi morta nel dicembre 2013 a seguito di uno stupro di gruppo su un autobus. Yogita Bhayana, attivista anti-violenza e per i diritti delle donne, ha affermato che il caso di venerdì di Mumbai ha scosso ancora una volta la nazione proprio per via dell’incredibile somiglianza con la vicenda della studentessa.
La vittima, Jyoti Singh, chiamata da tutti “Nirbhaya” , psedonimo che significa “senza paura”, fu stuprata e torturata con sbarre di ferro e, stando ai documenti del tribunale, morì 2 settimane dopo l’attacco in un ospedale di Singapore. I suoi 4 aguzzini sono stati condannati all’impiccagione.