Continua la tensione in India tra le forze dell’esercito ed i ribelli maoisti: sono infatti stati registrati nuovi scontri a fuoco nel Paese tra i ribelli ed i militari, avvenuti in corrispondenza dello Stato di Jarkhand, a Nord dell’India. La notizia è stata data dall’agenzia di stampa Ani, che ha sottolineato come il teatro della sparatoria sia stata proprio una delle numerose basi dei miliziani maoisti, noti all’interno dei confini nazionali anche con il nome di naxaliti.
La base dei maoisti nella quale sono avvenuti gli scontri è situata in corrispondenza della foresta di Satbarwa, localizzata all’interno del distretto di Palamu. Le prime indiscrezioni relative all’azione di guerriglia sono state poi confermate ufficialmente da Mayur Patel, capo della polizia locale, il quale ha annunciato: “Lo scontro a fuoco è avvenuto nel villaggio di Bakoria, e tutti i cadaveri dei maoisti sono stati recuperati”.
Era dall’Aprile del 2014 che non avvenivano scontri di queste proporzioni tra le forze di sicurezza dell’India ed i maoisti; all’epoca, i miliziani ribelli avevano preparato un agguato ad un mezzo di polizia che stava pattugliando la zona di Dumka, trucidando tutti ed otto i passeggeri che si trovavano a bordo, tra i quali figuravano sei agenti di polizia.
Il conflitto con i maoisti in India va avanti ormai dal 1967, quando avvennero le prime rivolte dei contadini, impoveriti e ridotti in condizioni pietose, contro i latifondisti che li sfruttavano. I ribelli si ispirano alle teorie di Mao Zedong (deceduto proprio all’interno di una prigione indiana nel 1972), e vengono chiamati naxaliti perché i primi focolai di rivolta scoppiarono proprio nel villaggio di Naxalibari, situato nel Bengala Occidentale. La ribellione ha poi fatto proseliti soprattutto negli stati dell’Andra Pradesh e del Chhattisgarh.