India, proteste degli agricoltori contro la legge sull’agricoltura

Gli agricoltori indiani in questi giorni stanno mostrando il loro disappunto contro una legge che darebbe più spazio nel settore agli investitori privati, togliendo mercato ai piccoli privati che vorrebbero commercializzare la merce.

India, proteste degli agricoltori contro la legge sull’agricoltura

In India è caos contro la nuova legge sull’agricoltura. La norma, fortemente voluta dal Governo presieduto dal Premier Narendra Modi, è osteggiata dalla popolazione e soprattutto dai piccoli agricoltori, i quali sarebbero danneggiati dall’introduzione di questa legge, che darebbe più spazio agli investitori privati.

Nella giornata del 26 gennaio, giorno della Festa della Repubblica, centinaia di manifestanti sono scesi in strada a Nuova Delhi, capitale dell’India, proprio per mostrare il proprio disappunto contro questa norma. Le forze dell’ordine hanno dovuto faticare, e non poco, a contrastare tutti i manifestanti: purtroppo nei tafferugli una persona è deceduta e circa 400 agenti della polizia sono rimasti feriti. Già da fine novembre, secondo quanto fa sapere Asia News, diversi manifestanti si erano espressi contro questa normativa andando a bloccare diverse arterie autostradali intorno alla capitale. La notizia è stata ripresa anche dalla tv Al Jazeera.

Dopo le violenze del 26 gennaio, il fronte degli agricoltori si è spaccato: due sigle sindacali su 42 si sono ritirate. Gli altri manifestanti hanno invece continuato la propria protesta. La riforma del mercato agricolo è stata approvata nel settembre del 2020, e prevede che gli agricoltori indiani adesso possano vendere a qualsiasi prezzo i loro prodotti, senza essere obbligati a cedere i raccolti a depositi statali a un prezzo fisso. Ma i proprietari di piccoli appezzamenti di terreno non ci stanno, e vogliono che la legge sia abrogata. 

Il Premier: “Riforma porterà benefici a agricoltori”

Non la pensa come i manifestanti il Premier, Narendra Modi, che continua a sostenere strenuamente la riforma voluta dall’Esecutivo. Secondo il Primo Ministro indiano la legge sull’agricoltura porterà soltanto benefici agli agricoltori. Dal Governo di Nuova Delhi fanno notare che la riforma non elimina del tutto il sistema d’acquisto a un prezzo fissato di riso e granaglie da parte delle agenzie pubbliche. Ma proprio su tale argomento c’è lo scontro tra la pubblica autorità e i piccoli contadini. 

In sostanza i proprietari di piccoli appezzamenti di terreno temono che i più grossi gruppi industriali dell’agricoltura nazionale possano monopolizzare il mercato, imponendo prezzi più concorrenziali. La maggior parte degli economisti indiani pensa che la riforma varata dal Governo sia buona, ma comunque rimprovera l’Esecutivo di non aver chiesto prima il parere agli agricoltori. In questo modo, forse, si sarebbero potuti evitare gli scontri e il disordine di questi giorni. 

Tra l’altro l’agricoltura è uno dei settori economici vitali per tutta l’India, essendo il Paese uno dei maggiori produttori ed esportatori di riso al mondo. I partiti dell’opposizione stanno criticando aspramente la legge varata dall’Esecutivo presieduto da Modi, e chiedono al Governo centrale di annullare la legislazione in questione. Arvind Kejriwal, chef minister di Nuova Delhi, ha fatto sapere che continuerà ad appoggiare le proteste degli agricoltori.

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