Dieci neonati hanno perso la vita dopo che un incendio si è propatago in un ospedale. La notizia arriva dall’India, dove venerdì 15 novembre le fiamme si sono propagate presso il reparto di terapia intensiva neonatale del Maharani Laxmi Bai Medical College Hospital di Jhansi, nello stato indiano dell’Uttar Pradesh.
Al momento dell’incendio, la terapia intensiva neonatale stava ospitando 49 neonati, nonostante la sua capienza fosse di 18, con il personale obbligato a sistemare due o tre neonati in ogni incubatrice. Sono 39 i neonati che sono rimasti coinvolti nell’incendio e che, nonostante siano sopravvissuti, hanno avuto bisogno di cure in ospedale, ha riferito alla stampa il funzionario locale Bimal Kumar Dubey. Almeno 16 di loro versano in condizioni critiche.
“Quando è partito l’incendio”, ha detto una madre di un bambino di 10 giorni ad un’agenzia di stampa locale, “non sono riuscita a entrare per salvare il mio bambino. Come avrei potuto? Dato che nessuno è riuscito a entrare, come avrebbe potuto qualcuno passarmi il mio bambino?“. “Se l’allarme di sicurezza avesse funzionato, avremmo potuto agire prima e salvare più vite“, ha aggiunto Naresh Kumar, un altro genitore che ha perso il suo bambino.
È polemica sui soccorsi, dopo che diversi testimoni oculari, i vigili del fuoco hanno iniziato la loro opera di salvataggio “circa 30 minuti” dopo l’inizio dell’incendio. Inoltre, i primi rilievi indicano che a peggiorare la situazione sarebbero stati errori nei protocolli di sicurezza, come estintori scaduti e allarmi antincendio non funzionanti.
Brajesh Pathak, vice capo ministro dello Stato, ha detto alla stampa che i sistemi di sicurezza antincendio dell’ospedale erano stati precedentemente ispezionati a febbraio e che un’esercitazione di prova si era svolta a giugno. “La causa dell’incendio verrà indagata“, ha dichiarato, “se si riscontrassero delle lacune, verranno prese misure severe contro i responsabili e nessuno verrà risparmiato“.