Accade in India che una non più giovane donna, che ha raggiunto la veneranda età di 70 anni, dopo anni di cure e trattamenti specifici per rimanere incinta, riesce nel suo intento. Quindi dopo i canonici nove mesi, partorisce un bellissimo bambino.
Dopo 45 anni di matrimonio, di tanti tentativi falliti e di difficoltà a portare a termine la gravidanza, la signora Kaur, residente nella città di Amritsar, ha finalmente realizzato il suo sogno più grande: avere un bambino. Non é stato certo facile per la donna, affrontare questa difficoltà, in un Paese come l’India, dove l’infertilità viene considerata una maledizione, ma nonostante ciò la non più giovane coppia non ha smesso di sperare e dopo anni di trattamenti specifici per la procreazione in vitro, effettuati in una clinica specializzata per i trattamenti contro l’infertilita, é arrivato finalmente il loro primogenito, a cui neanche a dirlo hanno dato il nome di Armaan, che significa appunto “desiderio”.
Il bambino é nato il 19 aprile scorso, ma per prudenza hanno preferito divulgare la notizia con un pò di ritardo. La signora ha partorito con taglio cesareo e il bambino pesava alla nascita due chili. I medici della clinica dove ha partorito la signora Kaur hanno fatto sapere che la gravidanza é stata possibile grazie all’utilizzo di ovuli di una donatrice anonima, mentre lo sperma utilizzato é stato quello del marito della signora Kaur.
Il padre del bambino ha appena 79 anni, ma nonostante l’età, si dichiara fiducioso circa il futuro, ma soprattutto riguardo la protezione divina, che oltre ad avergli esaudito il loro più grande e prezioso desiderio, li aiuterà.
Intanto nella comunità scientifica indiana ed internazionale si sono scatenate le polemiche e le critiche. Un numeroso gruppo di ginecologici, infatti, richiede a gran voce la necessità di una regolamentazione normativa più restrittiva circa il limite di età delle puerpere, che a loro dire non dovrebbe superare i 50 anni.
Le critiche non sembrano minimamente intaccare la serenità e la felicità della nuova famiglia, che ora ha solo occhi e orecchie per il loro piccolo “desiderio”.