Il coronavirus Sars-CoV-2 non dà tregua e continua a mietere vittime e contagi in tutto il mondo. Fino ad ora, però, il virus sembrava essere scomparso in Cina, ma negli ultimi giorni, dopo ben 8 mesi, il patogeno è ricomparso nella provincia di Hebei causando centinaia di contagi.
Questa situazione ha costretto le autorità locali ad introdurre subito nuove misure restrittive, ovvero un lockdown totale che durerà per diverso tempo. Inizialmente le misure hanno riguardato mezzo milione di persone, ma in due-tre giorni 22 milioni di persone sono state colpite dalle restrizioni. Sono diverse le città che sono in blocco totale sia nell’Hebei che nello Heilongjiang, le due province più colpite da questa nuova ondata.
Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 138 nuovi casi. Al momento nell’Hebei si contano 81 nuovi casi, mentre nello Heilongjiang 43. La situazione viene costantemente monitorata dalle autorità sanitarie, che stanno tenendo sotto controllo i focolai scoppiati in queste zone. I numeri non sono da sottovalutare, questo se si pensa che le infezioni partite a livello locale sono state 124 e quelle importate dall’estero 14. Numeri che fanno capire di quanto la situazione possa essere esplosiva.
Deceduta una persona
E dopo 8 mesi dalla fine del lockdown a Wuhan, in Cina si registra un nuvo decesso a causa del Covid-19. Questa persona sarebbe stata contagiata proprio in questi primi giorni della nuova ondata pandemica. Il “Paese del Dragone” è stato uno dei più efficienti a contenere il contagio, adottando quelle che sono state definite misure draconiane. Il Governo, per oltre 70 giorni, ha bloccato tutte le attività non necessarie e ha controllato pedissequeamente il comportamento dei propri cittadini, anche con l’utilizzo di strumenti informatici e inavedendo la privacy delle persone.
Tali metodi, come è logico immaginare, non sono minimamente utilizzabili in nazioni democratiche come quelle dell’Unione Europea e nella stessa Italia. Il focolaio più grave, in Cina, adesso è scoppiato nella provincia di Hebei. E intanto, nelle prossime ore, a Wuhan arriveranno gli scienziati dell’Oms, che avranno il compito di indagare sull’origine della pandemia.
Ancora non si sa da dove il patogeno sia partito, e per questo gli esperti dell’agenzia Onu lavoreranno insieme al Governo cinese per poter capirci di più. Ancora non è dato sapere se gli esperti potranno visitare il laboratorio di virologia P4 di Wuhan, struttura al centro di polemiche e teorie del complotto, le quali ritengono che il virus sia uscito proprio da questa struttura, magari in maniea accidentale. Su tali dati non ci sono conferme o smentite di sorta, per questo adesso gli scienziati indagheranno per chiarire definitivamente i fatti.