Il Titanic si sta sgretolando: i batteri oceanici stanno erodendo il relitto

Il relitto del Titanic si sta lentamente sbriciolando. L'ultima spedizione che lo ha recentemente raggiunto è convinta che tra una decina d'anni potrebbe essere definitivamente eroso dagli organismi oceanici.

Il Titanic si sta sgretolando: i batteri oceanici stanno erodendo il relitto

A 14 anni dall’ultima esplorazione, un team di ricercatori ha voluto raggiungere il relitto del Titanic, il transatlantico affondato nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 a seguito di una tragica collisione con un iceberg. Gli esperti, facendo uso di specifici sommergibili, hanno raggiunto il relitto che giace a quasi 4 chilometri di profondità nell’Oceano Atlantico, al largo di Terranova.

Dai filmati che verranno utilizzati dall’Atlantic Production per documentare l’opera di erosione del mare sul relitto, emerge un dato di fatto inequivocabile: il Titanic si sta progressivamente sbriciolando. Gli organismi marini, le correnti, i batteri e il sale stanno consumando i due tronconi dello scafo, spezzatosi durante il più celebre e drammatico dei naufragi in ambito civile. Ridotto ad un ammasso di ruggine, degli sfarzosi saloni e delle lussuose cabine rimane ben poco; dapprima collassate, queste strutture sono state inevitabilmente aggredite dall’azione disgregatrice della flora e della fauna degli abissi. 

Le cinque immersioni portate a termine durante il corrente mese di agosto, hanno permesso di ottenere i primi filmati in 4K dai quali appare evidente l’azione erosiva dell’oceano. Delle 50 mila tonnellate di ferro con cui era stata costruita l’imbarcazione considerata all’epoca inaffondabile, a distanza di poco più di un secolo rimane ormai una quantità davvero esigua. 

Stando alle previsioni degli esperti, con questo trend di decomposizione, nel 2030 del celebre transatlantico il cui inabissamento suscitò un’enorme impressione sull’opinione pubblica, rimarrà niente altro che una sorta di pulviscolo che sarà trascinato dalle correnti e dai vortici oceanici. 

In un certo senso è bello vedere l’oceano riprendersi la nave“, ha voluto melanconicamente precisare Patrick Lahey, presidente di Triton, la società che ha reso possibile la visita nelle profondità oceaniche. Come riferito dal Guardian dallo storico Park Stephenson, persino la vasca da bagno del capitano britannico Edward Smith non esiste più. Da qui non c’è da farsi illusioni: il deterioramento continuerà fino a polverizzare quello che rimane dei resti del transatlantico più famoso della storia.

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