La pressione aumenta, l’insoddisfazione, verso la gestione italiana dell’immigrazione, come una pustola infetta, sta contagiando l’Europa. Il giorno dopo la richiesta dell’austriaco Kurz ad Alfano, il premier ungherese Viktor Orban – leader del gruppo di Visegrad, comprendente anche Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca – chiede di bloccare i migranti a Lampedusa, anticipando in un’intervista alla radio pubblica, il contenuto di una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Gentiloni: “Se i porti non verranno chiusi il problema diventerà ingestibile: tedeschi e austriaci chiuderanno presto le loro frontiere”.
“Il flusso immigratorio deve essere fermato in Libia” sentenzia Orban pensando a future azioni militari in Libia e criticando le stesse ong che stanno aiutando i profughi in mare e per le quali l’Ungheria si oppone proponendo una procedura di infrazione dalla Commissione Ue. “Sono finanziate ed appoggiate da George Soros” – il miliardario americano di origine ungherese – esclama Orban.
La Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione per Slovacchia, Polonia e Ungheria per non aver tenuto fede agli impegni assunti nel 2015, non aver accolto una quota di richiedenti asilo per alleggerire il carico oneroso di Italia e Grecia.
L’organizzazione internazionale per le migrazioni, nel suo nuovo rapporto intitolato “La tratta di esseri umani attraverso la rotta del mediterraneo centrale”, basato sui dati raccolti dall’agenzia ONU presso i luoghi di sbarco e nei centri di accoglienza, fa emergere una situazione preoccupante: è aumentato del 600%, negli ultimi di tre anni, il numero di potenziali vittime per lo sfruttamento sessuale arrivate via mare in Italia.
L’incremento è presente anche nei primi sei mesi del 2017, ragazze minorenni sono portate in Italia, stuprate, per poi essere trattate come schiave e fatte prostituire sulle nostre strade: il fenomeno riguarda circa l’80% delle ragazze arrivate dalla Nigeria, il cui numero è passato da 1.500 nel 2014 a 11.000 nel 2016.