Un cartello sta spopolando sul web in queste ore. Recita: “Sorry for Brussels“, che tradotto dall’inglese all’italiano significa “Scusa per Bruxelles“. A reggerlo è un piccolo profugo, fotografato mentre esibisce in bella vista il foglio davanti ai fotografi. Gli scatti hanno fatto il giro del mondo in brevissimo tempo, come potevasi immaginare.
Si tratta dell’ennesimo caso in cui una semplice foto assurge a manifesto essenziale di una corrente di pensiero riguardante il delicatissimo problema dei migranti, specie quando relazionato al terrorismo di matrice islamica.
Ovviamente il fatto che sia un bambino a reggere il cartello ha contribuito significativamente alla sua diffusione, per ragioni lapalissiane. Quella scritta “Brussels” poi, stilata in rosso – in aperto contrasto col nero delle lettere precedenti – è altamente evocativa riguardo alla tragedia in essere. Sotto, due ampie macchie simboleggiano altrettante pozze di sangue, grondanti idealmente da quel toponimo.
Il piccolo profugo diventato famosissimo grazie a questo scatto vive in un centro per rifugiati allestito ad Idomeni, lungo il confine tra la Grecia e la Macedonia, laddove moltissime persone nelle sue stesse condizioni si trovano ora a dover fare i conti con la prospettiva di un futuro altamente incerto.
Il messaggio fa ovviamente riferimento alle nefaste stragi avvenute ieri presso l’aeroporto internazionale di Zaventem e la metropolitana di Maelbeek, attentati che hanno provocato 32 morti e oltre un centinaio di feriti.