Il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, alla vigilia della presidenza della Germania sull’Unione Europa, che si terrà a luglio di quest’anno, ha presentato un progetto per riformare le politiche migratorie che tante polemiche hanno sollevato tra le nazioni comunitarie in questi ultimi anni, riformulando anche i requisiti per ottenere lo status di richiedenti asilo.
Il progetto prevede innanzitutto il rafforzamento della sorveglianza lungo le frontiere dell’Unione Europea, in modo da intercettare i profughi e verificare se questi abbiano diritto o meno all’asilo politico ancor prima che entrino in territorio comunitario e sbarchino nei Paesi europei, creando non poche tensioni tra i vari Stati membri, come è successo con l’Italia nei mesi di governo giallo-verde.
Il progetto, inoltre, contempla anche un secondo obiettivo: cambiare gli strumenti normativi europei in modo che prevedano i respingimenti dei finti profughi, cioè di quelli che in più di un’occasione hanno presentato richieste di asilo per i motivi più falsi o assurdi: liti familiari, coniugi violenti, persecuzioni dovute a riti tribali, e così via.
Senza contare che il piano del ministro dell’Interno teutonico punta anche a impedire che in Europa entrino anche quei terroristi islamici che, confondendosi tra i profughi veri, arrivano nel Vecchio Continente per portare a termine i propri disegni criminosi.
Seehofer ha comunque fatto appello alla necessità per i Paesi membri di mostrare solidarietà verso chi scappa davvero da guerre e persecuzioni, accettando quote di migranti già presenti in Europa e condannando quelle nazioni dell’Est Europa che continuano a rifiutarsi di partecipare alla redistribuzione dei richiedenti asilo che hanno attraversato in questi anni le frontiere comunitarie.
Come era logico aspettarsi, il progetto di Seehofer, destinato a concretizzarsi nei sei mesi di guida teutonica del Consiglio europeo, è stato subito ostracizzato dalle Ong umanitarie che hanno fatto presente come le politiche migratorie tedesche violino i diritti dei profughi e privino i clandestini delle più elementari norme di assistenza legale.