Il Parlamento USA concede la cittadinanza al piccolo Charlie Gard

Le vicende sulla sorte del piccolo Charlie Gard continuano. Il parlamento degli Stati Uniti d'America gli ha concesso la cittadinanza e quindi la possibilità di essere curato in America.

Il Parlamento USA concede la cittadinanza al piccolo Charlie Gard

Da qualche tempo non si fa altro che parlare del caso di Charlie Gard, il bambino inglese di soli dieci mesi affetto da una rarissima malattia e destinato purtroppo a morire. Secondo i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra, i quali, in accordo con la Corte Europea sui diritti dell’uomo, hanno deciso di procedere con l’eutanasia contro, ovviamente, il parere dei suoi genitori.

Ma c’è una svolta nella vicenda, ovvero il Parlamento degli Stati Uniti d’America ha deciso di concedere al piccolo Charlie la cittadinanza americana: così facendo il bambino potrà essere curato in America e avere forse una speranza in più per sopravvivere. Adesso l’ospedale di Londra, dove il bambino è ricoverato, sarà costretto a dimettere il piccolo visto che ha ottenuto la cittadinanza statunitense.

Nella giornata appena trascorsa un medico molto illustre americano, Michio Hirano, si è recato a Londra presso il Great Ormond Street Hospital per incontrare i medici che curano Charlie e valutare lo stadio in cui si trova il bambino, quindi decidere se applicare una cura sperimentale creata da lui stesso per salvargli la vita.

Questa cura sperimentale è un progetto creato dal dottor Hirano, il quale ha dichiarato che con l’aiuto di questa cura sperimentale Charlie potrebbe avere una minima possibilità di riprendersi e quindi di sopravvivere. Secondo il medico la possibilità di riuscita della sua cura sperimentale su Charlie è da considerarsi tra il 10% e il 50% delle probabilità.

I medici del Great Ormond Hospital sono del tutto contrari a questa nuova cura sperimentale, perchè sostengono che Charlie sia ormai arrivato a uno stadio avanzato della malattia, infatti è diventato cieco del tutto e incapace di muovere qualsiasi muscolo del corpo, quindi qualunque cura sperimentale sarebbe insufficiente a combattere questa rarissima malattia e a salvargli la vita.

Continua a leggere su Fidelity News