“Stiamo già compiendo dei passi che portano alla terminazione consapevole e intenzionale della vita dei bambini gravemente disabili“. Sono queste le terribili parole con cui Peter Singer, il filosofo teorico della Animal Liberation, pretenderebbe di ridurre i costi sanitari per la comunità. E’ una proposta vera, non una provocazione, e proviene proprio da colui il quale ha coniato il concetto di specismo, ovvero del ‘razzismo’ dell’uomo verso le altre creature della Terra. Parità tra uomo e bestia, dunque, ma non tra uomo e uomo.
Intervistato ad un’emittente radiofonica australiana, il filosofo della ‘terra dei canguri’, trapiantato negli Stati Uniti, ha ribadito la sua terribile tesi, già esposta in altre sedi, sull’infanticidio dei bambini portatori di handicap. Necessaria, secondo Singer, nella logica del rapporto tra costi e benefici, tanto da proporre concretamente al suo governo e alle compagnie assicurative di negare le coperture per la cura dei bambini gravemente disabili.
Già il pronome con cui indica il bambino disabile, it (che in inglese indica le cose), rende bene l’idea della considerazione che quest’uomo ha della questione disabilità. Secondo Singer, inoltre, il mondo starebbe andando verso questa direzione, perché molte delle decisioni prese dai medici vanno già nell’ottica di ridurre i costi; secondo il ‘pensatore’ (il dubbio, scusate, ci sorge), gli Stati Uniti già starebbero andando in questa direzione, solo in maniera non manifesta.
La definisce ‘eutanasia non volontaria‘ Singer, che è una linea di pensiero destinata a spuntarla. Ecco le sue parole: “Se un bambino nasce con una massiccia emorragia cerebrale significa che resterà così gravemente disabile che in caso di sopravvivenza non sarà mai in grado nemmeno di riconoscere sua madre, non sarà in grado di interagire con nessun altro essere umano, se ne starà semplicemente sdraiato lì sul letto e potrà essere nutrito, ma questo è quel che avverrà: i dottori staccheranno il respiratore che tiene in vita il bambino. Non so se essi siano influenzati dalla necessità di ridurre i costi. Probabilmente sono influenzati semplicemente dal fatto che per i genitori quello sarà un fardello terribile, e per il figlio non ci sarà alcuna qualità della vita“.