Il bambino siriano annegato, emblema della tragedia migranti

Immagine emblematica quella del piccolo Aylan, bimbo siriano di soli tre anni che ha perso la vita in un viaggio in cui lui e la sua famiglia sarebbero sbarcati prima in Grecia e poi avrebbero cercato fortuna in Canada. Della sua famiglia è salvo solo suo padre.

Il bambino siriano annegato, emblema della tragedia migranti

Giace immobile sulla riva. Il suo corpo è senza vita, ma ha ancora addosso i suoi vestiti. Le scarpe sono ancora allacciate. Siamo a Bodrum, paradiso turistico della Turchia.

Aylan, tre anni, si trovava su una barca insieme alla sua famiglia e un nubigrafio ha fatto annegare il veicolo su cui viaggiava. Della sua famiglia è salvo solo suo padre. Proveniva da Kobane, città siriana invasa dai jihadisti l’anno scorso. Lui e la sua famiglia, composta dal suo fratellino di cinque anni, sua madre e suo padre, erano in viaggio per la Grecia. Una volta sbarcati in Grecia avrebbero poi raggiunto il Canada, dove vivono alcuni parenti. Il viaggio era costato 4 mila euro e sembra che ci abbiano provato più di una volta, ma solo stavolta erano riusciti a mettere i soldi da parte, con l’aiuto di una sorella del padre e del nonno.

Abdullah, suo padre, dice di aver fatto il possibile per trattenere a se i suoi bambini, ma un’onda troppo forte glieli aveva strappati dalle braccia ed erano annegati, insieme alla loro madre. Dice inoltre di essere stato in mare per ben tre ore, prima che arrivasse l’aiuto della guardia costiera turca. Insieme ai suoi bambini sono morte altre dieci persone. Intanto le autorità turche hanno arrestato i presunti scafisti. “In un primo momento, quando ho visto quel bimbo, ero pietrificata” racconta la fotografa Demir. “Il fratello di Aylan, Galip, giaceva a 100 metri – ha spiegato Demir – Mi sono avvicinata e ho visto che non aveva giubbetto salvagente, braccioli galleggianti o qualunque cosa che potesse aiutarlo a restare a galla.”

Intanto sono in molti ad esprimersi al riguardo, nel tentativo che le forti immagini possano “colpire” chi di dovere. Secondo il Guardian il premier inglese David Cameron avrebbe ammorbidito la propria linea proprio dopo aver visto quella foto.

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