I ricercatori: "Chi crede in Dio è meno razionale e logico"

Credere in qualche divinità, nel soprannaturale, modifica in qualche modo il nostro cervello? Un'equipe di ricercatori statunitensi ha tentato di rispondere a questa domanda. I risultati sono sorprendenti.

I ricercatori: "Chi crede in Dio è meno razionale e logico"

Credere nel soprannaturale ci rende più ottusi, ma al contempo maggiormente disposti a socializzare. E’ questo il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Plos One e condotto da un’equipe di ricercatori della Case Western Reserve University, in collaborazione con il Babson College.

Sono serviti otto esperimenti separati l’uno dall’altro, per riuscire a rilevare l’area del cervello che permette di elaborare quei processi empatici che entrano in gioco quando una persona si trova a dover risolvere un problema di natura etica.

E quelle stesse aree del cervello sono proprio quelle correlate alla “fede”, o se preferite al soprannaturale. Purtroppo però quelle zone si contrappongono a quelle che si attivalo qualora sia necessario trovare la soluzione ad un interrogativo di tipo logico-matematico. In altre parole, religione ed intelligenza logica fanno a pugni dal punto di vista fisiologico, prima ancora che da quello concettuale.

A spiegare il risultato di questa maxi-ricerca composta da ben otto diversi esperimenti, condotti su diversi gruppi di volontari adulti da un minimo di 159 ad un massimo di 527 persone, ci ha pensato il professor Tony Jack della Case Westerne Reserve: “Le ricerche precedenti nel campo della psicologia cognitiva sembrano mostrare che le persone molto religione sono in media meno intelligenti“.

Il nostro studio conferma questa statistica, ma mette anche in risalto che si tratta, di norma, di persone maggiormente prosociali ed empatiche“. In altre parole, dal punto di vista scientifico, credere in Dio, in varie divinità o nel soprannaturale in generale diminuirebbe le facoltà cognitive di un individuo dal punto di vista dell’intelligenza, ma aiuterebbe a sviluppare la sua coscienza sociale.

Le due diverse aree del cervello in questione “si sopprimono l’un l’altra, creando due estremi” ha sottolineato un altro degli autori della ricerca, il dottor Richard Boyatzis. Ma Il collega Tony Jack si è affrettato a specificare che: “Si può essere buoni scienziati e persone religiose“. Certo, a patto di non esagerare.

Continua a leggere su Fidelity News