L’Italia deve accordarsi con l’Onu, in questi ultime tre anni Haftar ha lavorato con russi, francesi, egiziani, emiratini: noi pavidi al balcone intenti ad osservare. Macron e Putin hanno discusso a lungo de l’affaire Libia con Trump, tanto che la Francia, appoggiata dai membri permanenti in Consiglio di Sicurezza – Regno Unito, Russia, Usa– viene designata il Paese europeo maggiormente credibile nell’affannosa crisi libica. La Francia da quattro anni gestisce sapientemente militari, intelligence, risorse politiche e finanziarie nella regione maggiormente critica della Libia: l’Italia ha rifiutato qualsiasi intervento.
Secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni, nel 2016 dal Niger sono giunti 291mila clandestini con la complicità dell’esercito francese che ha consentito ai profughi di arrivare in Libia per raggiungere le coste italiane. Il contingente francese pattuglia l’avamposto del corridoio libico e non si opera minimamente per bloccare il flusso migratorio. I migranti utilizzano il varco di confine di Agadez, passano per Séguédine, prossimi alla base militare francese con 250 uomini che possono agilmente passare a 500: è il fortino di Madama, edificato nel 1930 per arginare l’espansione italiana.
In alcuni scatti fotografici è possibile vedere l’equipaggio dei blindati francesi intento a salutare i migranti issati su camion che li porteranno verso l’Italia. I francesi tutelano semplicemente i propri interessi, sulla pelle dei disperati, fermano i trafficanti di armi non certo di uomini. Agadez è stata protagonista di un’immane tragedia: sono morti numerosi migranti che cercavano di raggiungere la Libia per imbarcarsi su un nave e arrivare in Italia. I francesi presenti in loco si sono completamente disinteressati alla tragedia.
Macron vuole consolidare il proprio ruolo nella faccenda libica, ottenere una posizione esponenziale: ha ricevuto in Francia il generale Khalifa Haftar e il premier Hafez Al Serraj. L’Italia ignara di tutto: risultato? I francesi ci scipperanno petrolio e gas libici. A giugno vi sarà la riapertura del pozzo di Sharara gestito da Total francese, Repsol spagnola, Omv austriaca e Statoil norvegese, i concorrenti dell’ Eni.
A marzo Serraj si è alleato con le milizie jihadiste di Bengasi per togliere ad Haftar i terminali di Sidra e Ras Lanuf: Haftar, aiutato dalla Francia che da oltre un anno lo appoggia con le sue forze speciali, aveva concordato con la Noc di Sanalla la suddivisione degli introiti incassati da quei terminali. Haftar e i suoi alleati hanno la fiducia del boss del petrolio libico mentre noi italiani precipitiamo nella non credibilità.