Ormai da diverso tempo, l’ex colonia britannica di Hong Kong è tornata sotto l’egida di Pechino, seppur nell’ambito della formula – coniata da Deng Xiaoping – di “una Cina, due sistemi”, che garantisce alla piccola e trafficata metropoli asiatica un sistema politico, economico, e fiscale, decisamente agevolato. Un qualcosa di cui, oltre a beneficiare i cittadini locali, si avvalgono anche alcuni criminali piuttosto creativi.
Dai media locali, infatti, è giunta, opportunamente rilanciata da alcuni portali internazionali (es. 9to5mac) anche italiani (iphoneitalia), la notizia secondo cui la polizia doganale cinese avrebbe fermato una donna che tentava di importare, da Hong Kong in Cina, un centinaio di iPhone per – poi – rivenderli sul continente, ad un prezzo maggiorato.
Il tutto è avvenuto al varco di Shenzen, uno dei caselli di controllo tra Hong Kong e la Cina: qui, la polizia doganale ha fermato una donna, apparentemente normale, insospettita dal fatto che, a fronte di una silhouette minuta, quest’ultima presentava diversi “bozzi” e “rigonfiamenti” sotto la maglia. Sono, quindi, scattati tutti i normali controlli di routine, che hanno portato ad una scoperta a dir poco pazzesca: la donna aveva diverse fasce di tessuto che avvolgevano il suo corpo, con la finalità di tenere ad esso aderenti un assortimento tecnologico degno di un negozio hi-tech.
Attaccati a se stessa, infatti, questa donna aveva ben 102 iPhone 7 Plus, per un valore di mercato – considerando i listini americani – di 100 mila dollari: a questi, poi, vanno aggiunti anche una quindicina di orologi di lusso, portando il peso totale del carico truffaldino a quasi 20 kg (44 libre, secondo il sistema di misura anglosassone).
Secondo le prime indagini condotte sulla vicenda, sembra che la donna facesse parte di un’organizzazione che comprava gli iPhone nella città metropolitana di Hong Kong, avvalendosi della locale prezzistica molto bassa, per poi rivenderli sul continente, nel mercato nero, ottenendo un margine mica male. Purtroppo per lei, è stata beccata e, dopo aver battuto il record di un ragazzo, che venne fermato nel 2015 per aver importato illegalmente 94 iPhone, non è riuscita a battere un collega trafficante che venne arrestato quello stesso anno perché, tra vita e gambe, aveva addosso ben 146 iPhone di contrabbando: a detta delle forze dell’ordine dell’epoca, l’uomo era un po’ sospetto perché “camminava in modo strano“…