È il razzismo il movente della sparatoria avvenuta presso un centro culturale curdo a Parigi, che ha portato venerdì alla morte di tre persone. A confermarlo l’autore della strage, il macchinista francese in pensione William Mallet, che è stato arrestato per aver ucciso tre cittadini di origine curda ed averne feriti altri tre.
L’uomo ha infatti apertamente dichiarato ai pubblici ministeri: “Ho sempre voluto assassinare migranti e stranieri“, secondo quanto emerso lunedì in seguito agli interrogatori preliminari. Mallet, del quale sono state rilasciate lunedì le generalità ed una sua foto scattata dopo l’arresto, è rinchiuso da venerdì in una unità psichiatrica.
Venerdì 23 dicembre ha utilizzato una Colt 45 per compiere l’attacco attorno a un centro culturale curdo Ahmet Kaya Center, nel 10° arrondissement della capitale francese. Mallet ha espresso che aveva intenzione di uccidersi, ma che prima di suicidarsi, voleva da sempre “assassinare migranti e stranieri“. Prima di usare l’ultima pallottola contro sé stesso, è stato bloccato dai presenti.
Mallet era stato rilasciato 11 giorni prima della sparatoria, dopo che lo scorso dicembre aveva attaccato con una sciabola un centro per rifugiati, squarciando 6 tende e ferendo gravemente due sudanesi. Secondo il procuratore di Parigi Laure Beccuau, il 69enne ha un “odio patologico” per gli immigrati, nato in seguito ad un furto con scasso nella sua casa avvenuto nel 2016. Convinto che a compiere la rapina fossero stati dei migranti, l’uomo ha maturato sentimenti estremisti ed è diventato un “fanatico razzista di estrema destra“, affermando agli investigatori: “Odio gli stranieri“.
Le vittime di Mallet sono state nel frattempo identificate ufficialmente. Si tratta di Emine Kara, la leader del movimento delle donne curde in Francia, alla quale era stato negato l’asilo nel paese all’inizio di quest’anno, Mir Perwer, un famoso cantante curdo esiliato in Francia, e Abdullah Kizil, un altro dissidente del governo del suo paese di origine.