Una storia di sangue, come se si fosse ancora ai tempi del far west. Una di quelle storie che, a sentire che sono successe nel 2015, si capisce subito come in alcune parti del mondo la democrazia sia ancora una facciata, un modo per dire al mondo che tutto va bene, quando la barbarie e l’inciviltà continua a regnare sovrana, anche e soprattutto tra i leader politici, che invece di dare il buon esempio si comportano come veri e propri animali.
E’ questo il caso di Concepcion, una cittadina del Guatemala occidentale, all’interno del quale si è compiuto un atto davvero incredibile da credere. Inseguito e catturato da un gruppo di abitanti della città, la vittima di questa storia è stata prima linciata e poi arsa viva dal gruppo. Come se non bastasse, questo assurdo crimine è stato compiuto ai danni del sindaco della città, Basilio Juracan, un personaggio non del tutto limpido, che ha fatto una fine davvero incredibile.
Il motivo di tanto accanimento, degenerato poi in una morte assurda, era l’accusa che questi uomini gli facevano di aver ordito un attentato nei confronti dei suoi oppositori politici. In particolare, al sindaco veniva imputata la responsabilità (anzi, di essere il vero e unico mandante) di un attentato nei confronti di Lorenzo Sequec; lui è sopravvissuto, ma sono morte la figlia di 17 anni e la nipote di 16. L’uomo, attaccato da alcuni uomini armati, era stato sconfitto solo un mese prima da Basilio Juracan alle elezioni comunali.
Se il motivo dell’uccisione del sindaco in carica possono essere facilmente deducibili (anche se non è mai stato dimostrato il suo coinvolgimento nell’attentato), ancora non si conoscono i motivi che avrebbero spinto Juracan a tentare l’omicio del suo oppositore. Il tutto, si è consumato nell’arco della stessa giornata; i ‘vendicatori’, una volta diffusa la notizia dell’attentato, si sarebbero fatti giustizia da soli ben prima dell’arrivo della polizia. Giustizia sommaria.