Grecia, trovata la prima vittima all’interno della nave andata a fuoco al largo di Corfù

Si tratta del traghetto Euroferry Olympia andato a fuoco negli scorsi giorni al largo di Corfù. La nave, di proprietà della Grimaldi Lines era diretta a Brindisi. Questa mattina trovato anche un sopravvissuto che si trovava a poppa della nave.

Grecia, trovata la prima vittima all’interno della nave andata a fuoco al largo di Corfù

Una persona è stata trovata senza vita questa mattina a bordo del traghetto Euroferry Olympia di proprietà della Grimaldi Lines andato a fuoco due giorni fa al largo dell’isola di Corfù. Secondo quanto riferiscono i media nazionali, la vittima è stata trovata carbonizzata all’interno di un camion parcheggiato nella stiva. Il natante, battente bandiera italiana, era diretto a Brindisi. A bordo c’erano 292 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio.

Inizialmente i soccorritori avevano tratto in salvo 280 persone e all’appello mancavano 12 camionisti dispersi. Due persone sono state ritrovate vive, l’ultimo questa mattina a poppa della nave. L’insperato salvataggio è avvenuto mentre la nave veniva rimorchiata presso il porto greco di Kassiopi. Poco dopo è arrivata la notizia del ritrovamento della persona deceduta. Le autorità però sperano ancora di poter salvare tutti gli altri dispersi. 

Voci nella nave

Il passeggero tratto in salvo questa mattina, un cittadino bielorusso, ha affermato che all’interno della nave ha sentito delle voci, per cui non è escluso che possano esserci altri sopravvissuti. Il sopravvissuto tratto in salvo questa mattina sarebbe in buone condizioni di salute ed è stato trasportato in ospedale per accertamenti. 

Sempre stamane a Brindisi è giunta la nave Florencia della Grimaldi Lines, che ha trasportato in patria anche altre 48 persone. Sono drammatiche le testimonianze rese in queste ore dai sopravvissuti, che hanno raccontato alla stampa nazionale quei drammatici momenti vissuti a bordo della nave. Ad accorrere per primo sul posto è stato il pattugliatore della Guardia di Finanza italiana, il “Monte Sperone”, che raggiunto l’imbarcazione 9 minuti dopo il lancio del mayday.

Nel frattempo sul caso è stata aperta una inchiesta per chiarire le cause del disastro. “Ci hanno chiamato e diviso in due gruppi, poi c’è stato l’abbandono nave. Ho pensato di morire, la morte l’abbiamo vista. Qualcuno ha tentato di andare ai camion per recuperare soldi, documenti, patenti. Non abbiamo più documenti, licenze comunitarie importanti. L’organizzazione è stata stupenda, sono stati bravissimi: ragazzi giovani molto in gamba” – così ha detto Vittorio Padrevino, un autotrasportatore sbarcato stamane al porto di Brindisi, che ha raccontato ai giornalisti lì presenti i momenti del dramma. Che non dimenticheranno mai.

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