Grecia: finito il Commissariamento della Troika

Ieri la cosiddetta Troika, composta dal FMI, dall'UE e dalla BCE ha dichiarato la fine del commissariamento della Grecia anche se, per continuare a godere del piano di aiuti, continuerà il monitoraggio da parte delle istituzioni sovranazionali.

Grecia: finito il Commissariamento della Troika

“Fanno un deserto per chiamarlo pace”: parafrasando Tacito, così si è espresso Yanis Varoufakis, ex ministro delle finanze, facendo riferimento alle misure draconiane inposte dalla Troika per risolvere la crisi greca.

Forse le grandi banche tedesche e francesi saranno soddisfatte, ma in Grecia sono raddoppiate al 21% le famiglie che vivono in estrema povertà: il potere di acquisto è calato in otto anni di quasi il 30%.

Sicuramente il sistema precedente era insotenibile, con spese pubbliche e assitenziali fuori controllo e un’evasione fiscale a livelli impensabili, ma la medicina adottata ha avuto ei costi sociali altissimi e, come riconosciuto anche dal Fondo Monetario, sono state imposte delle manovre sottostimandone gli effetti recessivi. 

Il Fondo Monetario ha anche ammesso che se il debito fosse stato ristrutturato subito nel 2010, il paese avrebbe sicuramente sofferto di meno e per meno tempo, ma la soluzione sarebbe stata scomda per Francia e Germania che avevano una esposizione altissima verso il debito greco.

Tra l’altro non è ancora scongiurato un possibile default; la stessa Christine Lagarde ha dichiarato che il debito greco è sostenibile nel medio termine, ma ha delle riserve sul lungo termine. Infatti, il Paese è obbligato a tenere un avanzo primario del 3,5% fino al 2022 e del 2,20% fino al 2060 e fino al 2032 vedrà congelato il pagamento degli interessi sul debito.

Ma cosa succederà dopo? La crisi ha fatto chiudere numerose imprese, e le maggiori infrastrutture del Paese sono state vendute ad operatori stranieri (gli aeroporti ai tedeschi, i porti ai cinesi, una parte delle ferrovie e della società del gas agli italiani) che, forse, le gestiranno meglio di come è stato fatto fino ad ora, ma si porteranno all’estero i relativi profitti.

La mancanzadi prospettive ha provocato, inoltre, una fortissima emigrazione causando un calo della popolazione attiva del 35% rispetto al 2010.

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