Dopo poche ore dal trasporto del piccolo Charlie Gard in un hospice per malati terminali – decisione presa dai giudici dell’Alta Corte di Londra in seguito all’ennesimo contrasto tra i genitori del piccolo e il Great Ormond Street Hospital – giunge la terribile notizia del decesso del piccolo Charlie Gard, il neonato affetto da una grave patologia degenerativa.
La vicenda del piccolo neonato ha coinvolto l’opinione pubblica internazionale, dopo che i sanitari del Great Ormond Street Hospital di Londra avevano dichiarato ai genitori che per il piccolo non c’erano più speranze di vita e qualsiasi altra terapia sperimentale gli fosse stata somministrata sarebbe stata intesa come accanimento terapeutico.
I coniugi Gard non hanno voluto dare ascolto alle parole senza speranza dei medici inglesi, tentando di portare il piccolo negli USA, per sottoporlo a cure sperimentali che in altri casi hanno dato importanti risultati. Mentre i genitori chiedevano di trasportare il figlio all’estero, i medici adivano alle vie legali, investendo della questione prima i tribunali inglesi, poi l‘Alta Corte di Londra, che ha dato sostanzialmente ragione ai sanitari inglesi.
Per il piccolo Charlie Gard si sono mobilitati capi di Stato e di governo – dal Santo Padre a Donald Trump – ma anche politici e gente comune che, a gran voce, ha detto no al distacco della spina dai macchinari che tenevano in vita il piccolo. La grande mobilitazione internazionale ha fatto si che un team di medici esperti nel tipo di malattia di cui era affetto Charlie si riunisse a Londra per visitare il piccolo.
Ma sono state proprio le risultanze delle visite effettuate che hanno definitivamente spento la speranza nei coniugi Gard, poiché la situazione del piccolo era ormai ampiamente compromessa, e le cure sperimentali non avrebbero più avuto alcun risultato. Dunque, Charlie è morto perché – sebbene ci fosse stata una cura per lui – si è arrivati troppo tardi, con tanto tempo prezioso perso tra carte bollate e odiosa burocrazia.