Gran Bretagna, crac per la catena di ristoranti dello chef Jamie Oliver

I 25 ristoranti del cuoco più famoso della tv britannica, Jamie Oliver, da ieri sono passati in amministrazione controllata alla KPMG. A rischio ben 1.300 posti di lavoro.

Gran Bretagna, crac per la catena di ristoranti dello chef Jamie Oliver

Sono ventidue su venticinque i ristoranti che verranno chiusi della catena ‘italian style‘. Più di mille persone resteranno senza lavoro, così pare abbia deciso la società KPMG che da ieri ha il controllo amministrativo dell’azienda. Il noto chef e ristoratore, Jamie Oliver, ha dovuto cedere al collasso economico in cui l’azienda da qualche anno versava.

La passione per l’ottimo cibo aveva convinto Jamie Oliver e il suo team a lanciare, nel 2008, “Jamie’s Italian”, con “l’intenzione di cambiare la ristorazione in Inghilterra, con ingredienti di qualità superiore” e, per qualche anno, ci sono riusciti.

Il collasso economico

Quasi cinque anni fa l’azienda ha cominciato a manifestare la sua crisi. La prima a portare le conseguenze della difficoltà economica è stata la catena di negozi di cucina e gastronomia Recipease, chiusa da Oliver nel 2015. Due anni dopo, nel 2017, è stata la volta della catena di ristoranti britannici Union Jacks e della rivista di cucina, Jamie. Lo scorso anno, nel 2018, sono stati chiusi 12 locali con il conseguente licenziamento di 600 persone, e nello stesso anno le vendite di Jamie’s Italian hanno registrato un calo dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. Per salvare l’azienda Oliver, ad agosto, aveva investito 13 milioni di sterline, pari a 14,8 milioni di euro.

Tra le cause del crollo della catena ‘italian style’ potrebbe esserci la concorrenza ma, secondo Oliver, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea non è stata indifferente per l’economia, e i prezzi dei prodotti importati dall’Italia, necessari all’attività della Jamie’s Italian, sono aumentati di molto.

E’ stato Oliver ad annunciare, dispiaciuto, l’epilogo della sua catena: “Sono profondamente dispiaciuto di questo epilogo, capisco quanto possa essere difficile ora per lo staff e i fornitori“. Ora, i 1.000 posti di lavoro che lo scorso anno erano riusciti a salvarsi sono a rischio. L’impero di Oliver crolla, ma non è il solo: sono diversi i marchi che nel settore della ristorazione britannica stanno cedendo. Il sito dell’Ansa cita “Carluccio’s (specializzato pure in gastronomia italiana), Byron Burger e Gourmet Burger Kitchen“.

Continua a leggere su Fidelity News