Il politicamente corretto negli Stati Uniti non fa breccia come in Europa, dove sembra che sia vietato dire qualsiasi cosa che vada contro le Lgbt Un rapporto americano ha pubblicato il risultato di un monitoraggio sui libri più censurati e bannati dalle scuole americane. Il risultato è riassunto in un elenco che spiega come, tra i titoli messi all’indice, il quarantuno percento siano testi che parlano di omosessualità e diritti Lgbt.
In America, quindi, non passa lo straniero. E non passa nemmeno il cancel culture. Il rapporto spiega che titoli più vietati toccano il tema delle relazioni omosessuali, come il fumetto Gender Queer: A Memoir, All Boys Aren’t Blue e Lawn Boy. Mentre nella top 5 rientrano anche Out of Darkness e L’occhio più azzurro, tutti libri che hanno a che fare con il mondo gay. Un universo che da una parte rivendica diritti e dall’altra si arroga comportamenti irrispettosi verso la maggioranza eterosessuale, come vestirsi da Cristo o indossare i panni della Madonna.
Il rapporto arriva in un momento in cui si discute molto di un’ondata di destra all’interno della società che va dal diritto all’aborto fino all’impossibilità di parlare di orientamento sessuale all’interno delle scuole, come avviene in Florida con la legge Don’t say gay, che mette alla berlina chiunque voglia promuovere i diritti Lgbt, tanto da spingere il New York Times a parlare di una “guerra culturale contro il mondo delle minoranze sessuali”.
La maggior parte dei titoli presi di mira nel 2021 sono stati scritti da persone gay o su persone Lgbt, si legge sul Washington Post che ha riportato la notizia. “Nel 2021, le biblioteche si sono trovate al centro di una guerra culturale mentre i gruppi conservatori hanno condotto uno sforzo storico per vietare e contestare i materiali che affrontano il razzismo, il genere, la politica e l’identità sessuale – ha scritto Stephanie Hlywak, Direttore della comunicazione e del marketing della ALA, presentando il report -. Questi gruppi hanno cercato di togliere dagli scaffali delle scuole e delle biblioteche pubbliche libri che condividessero le storie di persone gay, trans, nere, indigene, persone di colore, immigrati e rifugiati. Ma sappiamo che vietare i libri non farà scomparire queste realtà e queste esperienze vissute, né cancellerà le lotte della nostra nazione per realizzare la vera equità, diversità e inclusione”.
Alla base della censura delle tematiche riguardanti le minoranze sessuali ci sarebbero soprattutto i Repubblicani, che da anni stanno lottando contro la deriva culturale del politicamente corretto. Una sorta di dittatura culturale che, mascherandosi da buonismo e perbenismo, sta portando a una graduale messa al bando di tutte le espressioni non allineate con il pensiero unico dominante.