Partiamo subito con la spiegazione di cos’era la tomba di Giuseppe e chi era l’uomo che vi era seppellitto. Secondo la tradizione (di origine bizantina) Giuseppe è il figlio di Giacobbe e di Rachele e, nel racconto della Bibbia, fu un importante consigliere del Faraone d’Egitto. Nel racconto, egli stesso annuncia di voler essere seppellito a Sichem (l’attuale Nablus), e fu lo stesso Mosé ad ordinare che le sue ossa fossero riportate in Terra d’Israele, durante la fuga dall’Egitto.
La sacralità della tomba è tornata in auge nel 1967, durante la guerra dei sei giorni, tanto che fu aperto nell’edificio un collegio rabbinico. Ma, quando con gli accordi di Oslo Nablus divenne città autonoma palestinese, la tomba di Giuseppe divenne una sorta di enclave dello Stato ebraico. Da allora, sono stati numerosi gli attacchi palestinesi al santuario, tanto che lo Stato Ebraico, per poter far visitare ai fedeli la tomba, ha dovuto accordarsi con l’Anp per una visita mensile, con la scorta dell’esercito israeliano.
Ebbene, nella notte scorsa un gruppo di miliziani palestinesi ha dato fuoco al santuario col lancio di alcune molotov. Il luogo, sotto controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese, è stato incendiato dopo gli accoltellamenti dei giorni scorsi che avevano portato il gruppo armato di Hamas a proclamare per la giornata di oggi la Giornata della Collera in tutto il territorio palestinese. E proprio le autorità palestinesi condannano il gesto: “Rifiuto assoluto di questi atti illegali. Offese alla nostra cultura, religione e morale“, ha detto il presidente Abu Mazen.
Dura la reazione di Israele: “l’incendio e la profanazione della Tomba di Giuseppe sono una flagrante violazione e una contraddizione del valore fondamentale della libertà di culto. Le forze di difesa israeliane prenderanno tutte le misure per portare gli autori di questo atto spregevole di fronte alla giustizia, per riportare il sito alla sua condizione precedente e per garantire che la libertà religiosa venga ripristinata”, ha detto Peter Lerner, portavoce dell’esercito israeliano.