Giornalismo, Report Senza Frontiere: Italia 41esima al mondo per libertà di stampa

Il nostro Paese rimane comunque sicuro dal punto di vista della libertà di espressione, mentre la situazione risulta grave nel 73% dei 180 Paesi analizzati dalla Ong. La nazione più virtuosa al mondo resta la Norvegia, seguita da Finlandia e Svezia.

Giornalismo, Report Senza Frontiere: Italia 41esima al mondo per libertà di stampa

Il giornalismo è una professione molto importante in tutto il mondo: è proprio grazie a chi svolge il nostro mestiere che si riescono a conoscere fatti che accadono in tutto il mondo. La professione giornalistica, però, come è noto non si limita soltanto a riportare delle notizie, ma anche ad avviare vere e proprie inchieste, che possono essere molto utili alla comunità.

Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato della Repubblica Italiana, recentemente ha definito il giornalismo come “baluardo della democrazia”. In queste ore è arrivato l’annuale report della Ong “Report Senza Frontiere”, che ha monitorato l’informazione e la libertà di stampa in 180 nazioni del mondo

Secondo quanto riferisce l’Ansa la pandemia sembra aver esacerbato la repressione nei Paesi più “imbavagliati” come l’Arabia Saudita (al 170/o posto) o la Siria (173/a), secondo l’ong, e ha “provocato un enorme blocco degli accessi” alle fonti per i giornalisti, “solo in parte giustificato da precauzioni sanitarie”. In questa classifica il nostro Paese si colloca in quella che è stata definita “fascia arancione”: l’Italia è 41esima al mondo per libertà di stampa, posizione che non è mutata nell’ultimo anno. Questa nostra posizione in classifica è determinata dal fatto che sul territorio italiano vi sono alcuni episodi di violenza o intimidazione nei confronti dei cronisti.

Maglia nera per la Cina

Per la Cina vi è una autentica bocciatura, insieme a molti Paesi orientali, dove sembra che l’accesso all’informazione sia negato anche agli stessi cittadini. La “zona rossa”, lì dove c’è una situazione problematica riguardo all’informazione accoglie anche Paesi come il Brasile, dove il pesidente Jair Bolsonaro ha fatto dello scherno ai giornalisti il suo tratto distintivo. 

Tutto sommato il continente europeo rimane una zona piuttosto sicura, anche se in nazoni come la Germania decine di giornalisti sono stati attaccati da alcuni manifestanti vicini a movimenti estremisti durante le manifestazioni anti Covid, lì dove le persone hanno espresso il proprio disappunto contro le restrizioni anti pandemia, il lockdown su tutti.

Il report ha evidenziato anche qualche miglioramento in Africa, una zona dove è ancora diffusa la violenza contro i giornalisti. Qui il Burundi sale al 147esimo posto conquistando ben 13 posizioni, mentre la Sierra Leone si colloca al 75esimo posto. Gli Stati Uniti d’America, considerati la culla della democrazia mondiale, si collocano invece al 44esimo posto e la situazione qui resta comunque buona. 

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