Da sempre i membri della famiglia reale inglese sono sotto stretta osservazione e presi di mira non solo da parte dei media nazionali ed internazionali, ma anche dai tanti mitomani e stalker che in tutti i modi cercano di avvicinare gli eredi al trono e i loro parenti più stretti. A tal proposito ha fatto molto scalpore la notizia dell’arresto di una donna – avvenuto il 13 settembre scorso – nota per aver perseguitato alcuni membri della famiglia reale, che si è introdotta per due volte nella scuola del principe George, con il preciso intento di avvicinarlo.
Stando a quanto riportato dai magazine inglesi e dalla celebre testata giornalistica del “Telegraph” una donna non autorizzata – e le cui generalità non sono state ancora diffuse – si è introdotta nell’esclusiva scuola di lusso che frequenta da appena dieci giorni l’erede al trono inglese, principe George, primogenito del principe William e della duchessa di Cambridge, Kate Middleton.
Se da un lato la scuola non rilascia dichiarazioni ufficiali sull’accaduto, invitando anche i genitori degli alunni a non dare informazioni alla stampa, la polizia locale rassicura i sudditi sul fatto che i funzionari della Pubblica Sicurezza di Sua Maestà stanno lavorando per implementare i sistemi di sicurezza dell’Istituto frequentato da baby George.
Le informazioni fino ad ora trapelate rassicurano sul fatto che la donna sembra non sia riuscita ad avvicinare né il principino, né altri bambini della scuola. Rassicurazioni che comunque non appaiono sufficienti per placare la polemica sulla sicurezza dei membri della famiglia reali che, in questo periodo così delicato dovuto al terrorismo internazionale, possono essere oggetto del più bieco, vile e feroce odio.
Tra i sudditi inglesi c’è chi, infatti, si domanda come si può essere tranquilli riguardo alla sicurezza nel Paese, se è stato così facile avvicinare e violare i sistemi di protezione del più piccolo degli eredi al trono? E l’inaccettabile falla dei servizi genera ancora una volta scompiglio non solo nell’opinione pubblica inglese, ma anche in quella internazionale.