Fukushima 5 anni dopo il disastro nucleare: ancora non è stato risolto

Sono passati esattamente 5 anni dallo tsunami che ha colpito la centrale nucleare giapponese di Fukushima, causando l'incidente nucleare più disastroso dopo Chernobyl. Ancora oggi non sono stati risolti tutti i problemi che quel disastro ha generato.

Fukushima 5 anni dopo il disastro nucleare: ancora non è stato risolto

Erano esattamente le 14:46, ore locali, quando l’11 marzo del 2011, al largo delle coste nord-orientali del Giappone la terrà tremò, a 30 km di profondità, negli abissi oceanici. Quel terremoto, di magnitudo 9 (definito tra i più violenti mai registrati), generò uno tsunami che portò con sé onde alte più di 10 metri.

Quando queste onde alte come una palazzina si schiantarono sulla costa giapponese, provocarono enormi danni: 16mila morti, quasi 3mila dispersi, 130mila sfollati e più di 330mila edifici completamente distrutti. Una vera e propria calamità.

A peggiorare il già drammatico bilancio, si aggiunse la notizia che era stato colpito il reattore della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, definito come il più grave incidente nucleare dopo Chernobyl, con il quale condivide un triste primato; sono entrambi stati classificati, infatti, come incidenti di grado 7, il livello più alto nella INES (International Nuclear Event Scale).

Da quel drammatico giorno sono passati, oggi, esattamente 5 anni ma il Giappone non è ancora riuscito a tornare alla normalità; infatti, nonostante siano stati ricostruiti la maggior parte degli edifici, gli ospedali e le scuole, e nonostante i tre quarti dei terreni siano stati resi nuovamente coltivabili, i danni causati dalle radiazioni sono destinati ad essere duraturi ed a protrarsi negli anni a venire.

A renderlo noto è l’Organizzazione Mondiale della Sanità che – nel suo ultimo comunicato su questa faccenda – ha spiegato che i bambini di quelle zone hanno ancora un forte rischio di sviluppare tumori alla tiroide, date le elevate concentrazioni di iodio radioattivo che sono state disperse nell’ambiente nelle ore successive al disastro.

Un’altra questine abbastanza delicata è, inoltre, lo smantellamento della centrale di Fukushima; fino ad ora è stato messo in atto un progetto che è stato terminato lo scorso 9 febbraio denominato ‘Muro di Ghiaccio‘, che consiste nel congelare il sottosuolo ed impedire così che le acque contaminate si disperdano.

Il progetto è costato ben 260 milioni di euro ed i suoi soli costi di gestione annuali si aggirano intorno agli 81 milioni. Resta, però, ancora poco chiaro dove l’acqua contaminata abbia toccato il mare e quanti animali contaminati siano riusciti ad evadere le maglie di sicurezza dislocate intorno alla zona colpita. Soltanto nei prossimi 10 o 20 anni si saprà quali sono stati i reali danni; per ora possiamo solo sperare per il meglio.

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