Francia: l’aborto diventa un diritto costituzionale

La riforma per elevare questo diritto è già passata nelle singole Camere, ora il voto nel Parlamento riunito. Festa a Parigi, critiche provenienti dal Vaticano.

Francia: l’aborto diventa un diritto costituzionale

La Francia è destinata a diventare, da qui a poco, il primo paese al mondo ad inserire il diritto ad abortire nel testo costituzionale e per festeggiare l’evento la Tour Eiffel si accende di colori. “È una vittoria per le donne” recita il noto quotidiano Liberation, critiche invece da parte del Vaticano. Si è vicini alla costituzionalizzazione dell’aborto.

Si tratta, in concreto, di aggiungere un altro comma all’articolo 34 della Costituzione francese; serve per varare la riforma una maggioranza qualificata, devono votare a favore i tre quinti dell’intero Parlamento, ma nelle singole camere questa maggioranza è già ampiamente ottenuta (al netto di qualche resistenza dei partiti di Destra); ora manca solamente il voto nel Parlamento al completo, parlamento in seduta comune diremmo nel nostro Paese, arrivati a questo punto dovrebbe essere una mera formalità.

Per fare un rapido excursus: il diritto ad abortire per le donne è previsto in Francia dal 1975, prima che diventi un diritto di rango costituzionale (così come sta accadendo), era comunque previsto nella Legge Simone Veil e dà la possibilità di interrompere volontariamente la gravidanza sino alla 14esima settimana. Qual è allora, se era già previsto, la finalità del legislatore? Perché inserirlo in Costituzione? Rafforzare la tutela di questo diritto, renderlo ineliminabile o rendere quantomeno più difficile la sua cancellazione; per assurdo, una maggioranza in futuro avrebbe potuto modificare la Legge Veil, ora invece per intervenire e modificare questo diritto (quando l’approvazione sarà definitiva), sarà tutto più complicato, servirebbe una riforma costituzionale con una maggioranza diversa, ottenibile più difficilmente.

Anche in Italia la Legge concede questa possibilità, purchè l’interruzione volontaria di gravidanza si faccia entro 90 giorni, la situazione in altri paesi europei quali Polonia e Ungheria è diversa, ci sono minori tutele e minori garanzie, è tutto più rigido; negli USA invece ogni Stato decide per se’ (autonomamente) e in alcuni di essi il diritto non è nemmeno contemplato. 

Il Vaticano, dal canto suo, critica questa riforma affermando che l’aborto è e rimane un attentato alla vita e che, al contrario, si sarebbero dovute prevedere delle tutele per le donne che avrebbero voluto tenere il bambino. Sotto la Tour Eiffel invece sono migliaia i cittadini che gioiscono di questa vittoria, intonando cori: “mio corpo, mia scelta”, secondo i sondaggi infatti due transalpini su tre sono d’accordo con questo cambiamento.

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