Francia: identificato il ragazzino trovato morto nel carrello di un Boeing

Grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza dell’aeroporto di Abidjan, è stato dato un nome al ragazzino morto assiderato mentre cercava di arrivare in Francia, nascosto nel carrello di un aereo.

Francia: identificato il ragazzino trovato morto nel carrello di un Boeing

Adesso ha un’identità il ragazzino che, tre giorni fa, è stato trovato cadavere all’interno di un carrello di atterraggio di un Boeing 777 della compagnia francese Air France, decollato dall’aeroporto di Abidjan in Costa d’Avorio e atterrato al Charles de Gaulle di Parigi.

Si tratta di Ani Guibahi Laurent Barthélémy di 14 anni, nato il 5 febbraio del 2005 a Yopougon in Costa d’Avorio, studente di scuola superiore. Il riconoscimento, confermato dai genitori, è stato reso possibile grazie all’esame delle immagini di videosorveglianza dell’aeroporto ivoriano. Nelle riprese video, si vede il giovane raggiungere l’aereo mentre era in fase di rullaggio intorno alle ore 22.55.

Il ragazzo avrebbe scavalcato le recinzioni, si sarebbe nascosto tra le siepi per poi precipitarsi verso il carrello pochi minuti prima del decollo. Nessuno avrebbe visto il ragazzo correre sulla pista.

Ani sarebbe poi morto per asfissia o per il freddo durante il volo, considerando che il Boeing vola a circa 10.000 metri di altezza dove si raggiungono temperature di -50°. La mattina successiva, dopo l’atterraggio all’aeroporto parigino, la macabra scoperta del corpo senza vita del giovane.

L’episodio, che ha poi provocato la morte di Ani, ha messo in evidenza le gravi lacune in termini di sicurezza presso l’aeroporto Felix Houphouet-Boigny di Abidjan, tanto che si è deciso di blindare lo scalo ivoriano, compresa la creazione di una zona tampone intorno al perimetro dell’aeroporto, per evitare che altri possano tentare questa mossa disperata.

La morte del ragazzino, che in un primo momento si pensava avesse circa 10 anni, ha toccato profondamente tutta la Francia ed in particolare la comunità cattolica che, per il tramite di padre Thierry Magnin, presidente della Conferenza episcopale, ha parlato di “dramma umano che solleva problemi di sicurezza, mettendo in risalto fino a che punto arriva la disperazione di chi, pur di raggiungere l’Europa, mette a rischio la propria vita”.

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