Francia, approvato il decreto per togliere cittadinanza a terroristi

E' stato approvato in Francia il decreto che permetterà alle autorità di revocare la cittadinanza francese a chiunque verrà ritenuto colpevole di "Attentato alla vita della nazione".

Francia, approvato il decreto per togliere cittadinanza a terroristi

Da oggi, chi si macchierà di reati legati al terrorismo in Francia potrà vedersi revocare la cittadinanza. E’ questa la drastica decisione presa dalle autorità transalpine, in risposta all’escalation di violenze di matrice islamico fondamentalista che hanno sconvolto il Paese negli ultimi mesi.

Il decreto appena approvato prevede che possa venire tolta la cittadinanza francese a chiunque si macchi del reato di “attentato alla vita della nazione“. In altre parole, a chiunque venga ritenuto responsabile di azioni terroristiche.

L’ipotesi della revoca della cittadinanza era stata sollevata in seguito alle tristemente famose stragi di Parigi, che hanno contribuito a gettare la Francia in un clima di terrore fino ad allora del tutto sconosciuto ai francesi. La risposta delle autorità politiche non si è fatta però attendere, ed è finalmente arrivato il pugno duro dell’Eliseo a sancirla.

Quest’oggi l’Assemblea nazionale francese ha infatti approvato il decreto che permetterà di revocare la cittadinanza a chiunque venga “condannato per un crimine o delitto che costituisce un attentato grave alla vita della nazione“. Una sorta di revisione delle vecchie leggi di “lesa maestà”, insomma.

Ma se la monarchia assoluta ha fatto il suo tempo oramai da secoli in Francia, la parafrasi della massima più celebre di Luigi XIV – “Lo Stato sono io!” – ha già raccolto numerosi consensi tra coloro che ritengono necessario il mantenimento dell’ordine dello Stato (quello di “nuova matrice”, inteso come istituzioni e cittadini), anche a costo di provvedimenti drastici.

Così chi si troverà a minacciare il sistema, non potrà più godere dei privilegi di norma concessi ad un cittadino francese. Il decreto non ha tuttavia incontrato il favore di tutti, poiché c’è già chi ha protestato per la sua supposta incostituzionalità.

Tra le voci discordanti più rumorose c’è senz’altro quella di Christiane Taubira, ex ministro della Giustizia recentemente dimessosi per protesta dopo che, lo scorso 27 Gennaio, la bozza del decreto era riuscita ad arrivare alla commissione parlamentare.

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