La segretaria di Stato all’uguaglianza fra donne e uomini, Marlène Schiappa, ha annunciato che il Governo, “probabilmente con la revisione della legislazione bioetica” del prossimo anno, estenderà la fecondazione assistita anche alle coppie lesbiche e alle donne single, una misura egualitaria e di “giustizia sociale”, secondo la rappresentante dell’esecutivo, dovuta.
Il Paese è già spaccato in due dal 2013, con il “matrimonio per tutti“. Gli oppositori hanno promesso di tornare nuovamente in piazza se davvero il Parlamento accogliesse l’indirizzo del Governo, cosa molto probabile, vista la maggioranza del partito presidenziale ‘La République en marche‘ all’Assemblea nazionale, una Camera che ha poteri predominanti rispetto a quelli del Senato.
Macron, durante l’ultima campagna elettorale aveva comunicato per iscritto alle associazioni omosessuali che sarebbe stato favorevole alla misura ora proposta. Allo stesso tempo al quotidiano cattolico La Croix, aveva manifestato il desiderio di accogliere i dibattiti che attraversano la società per “per agire in modo pacificato“.
Per pronunciarsi Macron voleva sentire il parere del Comitato consultivo nazionale d’etica, che già da giugno ha dato parere favorevole anche se nel suo giudizio ufficiale ha riconosciuto zone d’ombra nell’estensione della fecondazione artificiale. A Macron interessava conoscere anche il pensiero dell’organismo formalmente indipendente, dei sostenitori della nuova proposta. In questi ultimi c’è stata una spaccatura. Alcuni di loro, undici membri, hanno pubblicato una mozione dissenziente a causa di due nodi. La legge, se va in porto, priva della figura del padre, un pregiudizio per la società. Inoltre, tale legge rischia di porre fine alla “gratuità delle donazioni di sperma“, visto che già oggi sono appena sufficienti “a soddisfare i bisogni delle coppie la cui infertilità è di origine patologica“. Fondamentalmente c’è il pericolo di aprire le porte ad un mercato particolare: quello della vita.
Or ora la fecondazione assistita in Francia è consentita solo alle coppie eterosessuali e con problemi di sterilità slegati dall’età avanzata. Anche la sanità ha sempre sottolineato che questa tecnica deve essere utilizzata con una logica medica, di contrasto a una patologia. L’estensione della fecondazione artificiale alle donne single e alle coppie lesbiche andrebbe a scardinare tutti i sicuri presupposti deontologici.
Il ministro della Sanità, Agnès Buzyn, a luglio mentre affermava che “la Francia è pronta” è andata cauta nell’esprimere un “parere personale su temi che riguardano la società“. La materia potrebbe essere di competenza sanitaria, ma il Governo, per il momento, preferisce non confrontarsi in maniera diretta con il mondo medico. Gli esponenti di centrodestra si sono sempre espressi contrari alla liberalizzazione.
Ludovine de La Rochère, tra gli oppositori anche delle nozze gay, ha affermato: “Il punto è sapere se si può privare deliberatamente un bambino del padre e separare la medicina dalla sua finalità“. E ha assicurato che “Le famiglie sono pronte a mobilitarsi”. Così pure il delegato generale dell’ong Alliance Vita, Tugdual Derville, parla chiaro: “Insieme dobbiamo prevenire questo ribaltamento decisivo verso il grande mercato globalizzato della procreazione. L’ultraliberismo ignora il diritto dei più deboli, concependo l’essere umano come un prodotto acquistabile”. In conclusione ha affermato Derville, sono pronti a scendere in piazza tutti insieme.