L’attentato è avvenuto in una chiesa cristiana durante la celebrazione della messa domenicale. Il cruento espisodio accade a distanza di ben una settimana dal referendum che ha sancito la creazione di una provincia autonoma a maggioranza musulmana nel sud. Il bilancio delle vittime dello scoppio è di 15 civili e 5 soldati mentre sono rimasti feriti 14 soldati, due poliziotti e 65 civili.
Due bombe piazzate l’una vicina all’altra. La prima è scoppiata davanti la porta della cattedrale Nostra signora del Monte Carmelo di Jolo; l’altra, invece, è stata fatta esplodere all’esterno della chiesa. Sui social si susseguono le immagini dei corpi ormai inermi delle vittime. Il governo ha immediatamente predisposto truppe in assetto da guerra lungo la via dell’attentato che è stata transennata e vietata al pubblico.
I feriti sono stati trasportati nell’ospedale locale mentre i più gravi trasferiti con l’elicottero nella vicina città di Zamboanga. Il segretario della difesa filippino ha ordinato di alzare il livello di allerta per la sicurezza di tutti.
Si attende la rivendicazione
Già quella zona, in passato, era stata oggetto di altri attentati a sfondo religioso. In particolare, l’isola di Jolo, è stata oggetto di attacchi terroristici da parte del gruppo di militanti di Abu Sayyaf, organizzazione terrorista che per anni ha terrorizzato quell’area con attentati, rapimenti e decapitazioni. Al momento, però, nessuno ha rivendicato l’attacco. Jolo è una città dove la maggioranza dei suoi abitanti è di fede musulmana.
Nonostante la maggioranza dei musulmani residenti nella zona abbiano approvato l’accordo per l’autonomia, quelli della provincia di Sulu, dove si trova Jolo, lo hanno respinto. Un conflitto tra musulmani e cattolici che si trascina da oltre 50 anni e che ha visto cadere 150 mila vittime innocenti. Il referendum della settimana scorsa mirava proprio ad arginare questo lungo contrasto.
Le prossime ore saranno decisive per capire se l’attentato è di matrice terroristica.