Europol smantella rete online che coinvolge minorenni in attività pericolose in tutta Europa

Europol ha smantellato una rete online che coinvolgeva minorenni in attività pericolose e altamente organizzate, intercettando oltre 200 persone e impedendo una serie di azioni pianificate in vari Paesi europei.

Europol smantella rete online che coinvolge minorenni in attività pericolose in tutta Europa

Un’operazione congiunta europea ha portato all’arresto di 200 persone coinvolte in una rete crimin@le che reclutava minorenni per commettere omicidi su commissione. L’inchiesta, condotta da Europol sotto il nome di Operazione Grimm, ha svelato un fenomeno inquietante noto come “Violence-as-a-Service”, un modello in cui la violenz@ viene venduta come un servizio digitale, impiegando adolescenti come esecutori invisibili.

Tra i casi emersi, uno dei più allarmanti riguarda un bambino svedese di undici anni contattato su Instagram da un diciannovenne, pronto a offrirgli 14mila dollari per compiere un omicidio, fino all’organizzazione della logistica e alla fornitura degli strumenti necessari. La polizia è intervenuta in tempo, impedendo il reato. L’organizzazione crimin@le funzionava come una vera azienda, con ruoli distinti e coordinati.

Gli istigatori ordinavano e finanziavano i reatu restando lontani dalla scena del delitto, i reclutatori adescavano minorenni su social media, app di messaggistica e piattaforme di gioco, i facilitatori fornivano strumenti e supporto logistico, mentre gli esecutori, spesso minorenni senza precedenti penali, eseguivano materialmente gli atti crimin@i.

Europol ha definito questo modello estremamente efficiente, ma anche pericoloso per i giovani coinvolti, trasformati in pedine sacrificabili per profitto altrui. I metodi di reclutamento erano sofisticati e mirati alle fragilità adolescenziali. I reclutatori non si presentavano come crimin@li, ma come figure carismatiche che offrivano guadagni facili, avventura e appartenenza a un gruppo.

Giochi popolari come Fortnite e Counter-Strike venivano utilizzati come strumenti di “gamification”, trasformando i reati in missioni virtuali, aumentando progressivamente il coinvolgimento dei minorenni e normalizzando la violenz@. In alcuni casi, ragazze adolescenti venivano incaricate di attività logistiche come prenotare camere d’albergo o organizzare trasporti.

Il fenomeno ha avuto origine in Svezia ma si è rapidamente esteso in Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Islanda, Germania, Spagna, Norvegia e Paesi Bassi. In Svezia, circa 1.700 minori erano attivi in reti crimin@li nel 2024, con un aumento significativo dei casi di omicidio con sospettati under 15. Molti giovani provengono da seconde generazioni di immigrati o da case famiglia, con difficoltà scolastiche, problemi di dipendenza o disturbi dell’attenzione, rendendoli vulnerabili ai reclutatori. La gravità della situazione ha spinto le autorità svedesi a considerare l’abbassamento dell’età della responsabilità penale e ad ampliare la capacità degli istituti penitenziari per adolescenti.

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