Continua la bufera attorno al premier turco Recep Tayyip Erdogan, sempre più nel mirino dell’opposizione e della stampa internazionale per le sue criticatissime decisioni in materia di politica estera ed interna. Solo qualche giorno fa, il Primo Ministro della Turchia aveva minacciato il giornalista responsabile dell’inchiesta che aveva evidenziato come il governo di Erdogan, in gran segreto, fornisse armi e munizioni destinate ai fondamentalisti islamici dell’Isis in Siria. Si è trattato solo dell’ultima, scandalosa uscita della carriera politica del dittatore turco, costellata da un’infinità di decisioni controverse-talvolta persino criminali-fin dal suo insediamento al governo.
In questo caso però a far discutere non è stata tanto una dichiarazione di Erdogan, quanto piuttosto una constatazione di Yusuf Halacoglu, leader del partito nazionalista MHP, che a pochi giorni dalle elezioni legislative ha lanciato un’altra bomba riguardante il Primo Ministro della Turchia: “La sua laurea è contraffatta”. Un’indiscrezione che, se si rivelerà vera, potrà minare ancora di più la (già poca) credibilità rimasta ad Erdogan sia in patria, che fuori dai confini nazionali.
Ma Halacoglu non si è limitato a rendere noto il fatto che Erdogan millanti un dottorato inesistente, bensì è andato oltre, sfidando apertamente il premier turco; un uomo che, quando si tratta di utilizzare metodi dal sentore di “manganelli ed olio di ricino“, non si è mai tirato indietro. Il leader di MHP ha infatti rincarato la dose con un secco: “Se dico una falsità, perché non mi querela? Normalmente lo fa per molto meno”.
Una vicenda destinata a far scalpore, anche se a tenere maggiormente banco in queste ore in Turchia è il già citato caso di Can Dundar, per il quale un pm-oltre all’ergastolo-sarebbe arrivato a chiedere addirittura una doppia pena di morte. Dundar, responsabile dell’inchiesta che ha messo in luce il coinvolgimento del governo turco quale alleato dell’Isis, fornendo prove fotografiche inoppugnabili a sostegno della propria tesi, ha già riscosso la solidarietà degli intellettuali turchi: circa 400 tra scrittori, giuristi ed accademici hanno già firmato una lettera in cui definiscono il processo a suo carico come un “esplicito assalto ai diritti umani di tutti, un crimine costituzionale”.
Can Dundar ha pubblicato immagini che ritraggono convogli diretti in Siria e scortati dai servizi segreti del Mit, carichi di armi, attraversare il confine con la Siria. Il governo aveva sempre definito quei trasporti come “convogli umanitari“, fino a quando il coraggioso direttore del Cumhuriyet non ha svelato la verità.