Emergenza Ebola in Congo: Oms dichiara lo stato di "Emergenza internazionale di salute pubblica"

L'Organizzazione Mondiale della sanità ha dichiarato lo stato di "Emergenza internazionale di salute pubblica" per l'epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo.

Emergenza Ebola in Congo: Oms dichiara lo stato di "Emergenza internazionale di salute pubblica"

La Repubblica Democratica del Congo è devastata da decenni di guerre civili che ancora si protraggono con scontri armati e razzie con uccisioni di civili nelle zone al nord e al sud del Paese; attualmente ha un sistema sanitario del tutto insufficiente per affrontare l’epidemia di Ebola che è ormai arrivata nella grande città di Goma, al confine con il Rwanda.

L’Oms ha affrontato la questione in diverse occasioni ma ieri ha dichiarato lo stato di “Emergenza internazionale di salute pubblica”: ciò vuol dire che dev’esserci una cooperazione internazionale per affrontare l’epidemia ed evitare che essa diventi mondiale in quanto il Congo, da solo, non ha i mezzi per poterla affrontare.

Da mesi l’Unicef chiedeva attenzione su questa emergenza che, a differenza delle epidemie precedenti, sta colpendo in misura maggiore i bambini: nelle epidemie precedenti i bambini costituivano il 20% del totale, mentre ora la percentuale è salita al 31%, di cui il 40% ha meno di 5 anni. Il dato è ancora più allarmante dall’evidenza che il tasso di mortalità per i bambini al di sotto dei 5 anni è del 77%, rispetto al 67% della popolazione generale.

Esatto, l’Ebola ha un tasso di mortalità elevatissimo ed è per questo che da mesi l’Unicef ed altre Ong chiedono, inascoltate, un programma di vaccinazioni su larga scala, a partire appunto dai bambini. Il direttore generale dell’Oms Thedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che l’intervento è stato rallentato dalla mancanza di fondi ma che “È tempo che il mondo prenda coscienza e raddoppi gli sforzi” per fronteggiare questa emergenza.

A rendere la situazione ancora più drammatica sono i tanti orfani, bambini che hanno perso i genitori a causa dell’Ebola e che sono abbandonati a loro stessi, spesso rifiutati dalle famiglie allargate, come ha spiegato Marixie Mercado, portavoce dell’Unicef al Palazzo delle Nazioni a Ginevra.

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