Donald Trump gongola, e ne ha ben donde. Il recente mailgate che ha coinvolto Hillary Clinton ha inaspettatamente riaperto la corsa alla Casa Bianca a poco più di una settimana dal voto, consentendo al magnate più politically incorrect del mondo di rimontare fino a far sentire nuovamente all’avversaria il fiato sul collo.
I recenti sondaggi successivi all’apertura di inchiesta da parte dell’FBI sull’ex moglie di Bill Clinton sono stati infatti straordinariamente favorevoli a Trump, a tal punto che se dopo il terzo duello televisivo l’imprenditore newyorkese sembrava oramai “carne morta” (mediaticamente parlando), oggi negli Stati Uniti si parla apertamente di testa a testa al fotofinish.
L’intervento a gamba testa della Federal Boureau Investigation è stato dunque un assist al bacio per le ambizioni presidenziali del settantenne, il quale potrà contare il prossimo giovedì anche sul ritorno in campo della moglie Melania, rimasta per larghi tratti in disparte negli ultimi tempi.
La situazione tuttavia non è poi così limpida poiché, com’è emerso dalle ricostruzioni dei fatti, l’FBI era a conoscenza da settimane del fatto che tra i messaggi di posta elettronica ritrovati nel computer di Anthony Weiner vi fossero anche quelli di Huma Abedin, la vice della Clinton. Eppure l’ente federale statunitense ha opportunamente taciuto della cosa fino allo scorso giovedì, quando al direttore James Comey è stato finalmente presentato il rapporto completo sull’intera vicenda.
Ciò ha comprensibilmente fatto infuriare lo staff dei democratici, dal momento che le tempistiche sembrano essere state studiate ad hoc per ostacolare Hillary a pochi giorni dal voto e rappresentare al contempo per Donald Trump un aiuto da Deus ex machina. I sondaggi delle ultime ore dicono dunque 46% Clinton, 43% Trump: percentuali che lasciano presagire ad un confronto che, con ogni probabilità, sarà risolto con una manciata di voti davvero esigua.