Dopo una serratissima campagna elettorale, nel corso della quale i temi dell’economia sono stati decisamente trascurati a favore di quelli relativi alla sicurezza ed all’immigrazione islamica, si sono tenute le elezioni politiche in Germania, per stabilire la composizione del nuovo Bundestag e, con esso, quale forza politica guiderà il nuovo governo teutonico.
Senza troppe sorprese, come confermato dai sondaggi degli ultimi mesi, a vincere è stata ancora una volta Angela Merkel, il segretario del gruppo CDU (popolari) / CSU (cristiano sociali), che – allo stato attuale – ha raccolto il 32,9% dei voti, ottenendo 246 seggi (- 65). Battuto, quindi, l’ex presidente del parlamento europeo, ed attuale leader dei socialdemocratici, Martin Schulz, il cui partito si ferma al 20,5%, con 153 seggi (- 40).
Terza forza politica, il partito di destra conservatrice AFD (Alternativa Per la Germania), che – questa volta – entra in Parlamento superando lo sbarramento del 5%, ed assestandosi al 12,6% come terza forza del paese, con 94 seggi (tutti guadagnati). Chiudono in coda, tra le forze politiche entrate nell’assise nazionale, i liberali, al 10,8% con 80 seggi, i comunisti della Linke, con il 9.2% pari a 69 seggi (+ 5), ed i verdi, con l’8.9% pari a 67 seggi (+ 4).
Con tali proporzioni, comporre una maggioranza sarà difficile e, verosimilmente, occorreranno diversi mesi – alla cancelliera Merkel – per formare una nuova maggioranza che, però, quasi sicuramente non conterà sui socialdemocratici, che si sono chiamati fuori, anche per rappresentare la principale forza di opposizione ai centristi del CDU/CSU, e non lasciare tale ruolo alle ali estreme del parlamento, rappresentate dalle forze più popolari nella ex Germania Est, la Linke e l’AFD (che esce comunque divisa dalle urne, con la speaker Frauke Petry che, in virtù delle sue posizioni “moderate”, non entrerà a far parte del suo gruppo parlamentare, troppo spinto verso la xenofobia, come confermato dalle invettive della rappresentante oltranzista, Alice Widel).
A questo punto, l’ipotesi più probabile (ma non più facile) – fatta da diversi analisti politici – è quella di una nuova “Große Koalition”, di tipo “Giamaica“, dal colore delle forze politiche che la comporranno, ovvero centristi, verdi, e liberali.