Egitto, Patrick Zaki sarà rilasciato nelle prossime ore: sarà libero ma non assolto

Lo hanno stabilito i giudici nel corso della terza udienza durata solo 4 minuti. Lo studente dell'Università di Bologna è stato trasferito in una prigione di Mansura in questi giorni. Sarà liberato ma non assolto dalle accuse a suo carico.

Egitto, Patrick Zaki sarà rilasciato nelle prossime ore: sarà libero ma non assolto

Arriva ad uno spartiacque la vicenda di Patrick Zaki, lo studente dell’Università di Bologna arrestato il 7 febbraio del 2020 in Egitto. Il giovane, oggi 30enne, stava tornando a casa in Egitto per una vacanza, quando fu fermato dalle autorità egiziane poco dopo il suo atterraggio all’aeroporto del Cairo. I capi d’accusa formulati nel mandato d’arresto sono: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo. 

Da 669 giorni Zaki si trova in stato di arresto: prima era detenuto nel carcere di Tora, poi di recente è stato trasferito a Mansura, tra l’altro sua città natale. Nelle scorse ore i giudici hanno tenuto la terza udienza per quanto riguarda il processo a cui è sottoposto Zaki, decidendo, in soli 4 minuti, per la sua scarcerazione. Il giovane resterà libero, ma comunque non assolto dalle accuse a suo carico. La vicenda di Zaki ha mobilitato l’opinione pubblica internazionale. Il giovane sarà rilasciato nelle prossime ore

Amnesty Italia: “Enorme passo avanti”

“Patrick Zaki sarà scarcerato, anche se rimane ancora sotto processo. Un passo avanti enorme nella direzione della giustizia. Oggi scenderemo in piazza con uno stato d’animo diverso. Finalmente” – così ha commentato la decisione del tribunale egiziano Amnesty International Italia scrivendo sulle sue pagine social.

Quando è stata pronunciata la sentenza, in tribunale erano presenti anche diplomatici italiani, e su richiesta della nostra ambasciata in Egitto anche di altri Paesi che sono impegnati a monitorare tutte le fasi del processo a cui è sottoposto lo studente. L’Italia si augura che venga dichiarata la sua innocenza e che possa far presto ritorno a Bologna. 

Alle fine della scorsa settimana Michela Montevecchi, capogruppo M5S in commissione Diritti Umani ha presentato una nuova interrogazione indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministro degli Affari esteri, dopo quella del 17 giugno scorso. “Tuttavia non posso non essere preoccupata dalla sua non assoluzione, che lascia Patrick in un limbo. In ogni caso è ancora presto per fare previsioni, ma nel frattempo auguriamo a Patrick un buon rientro a casa tra i suoi affetti” – così ha commentato ancora Michela Montevecchi. L’udienza adesso è fissata all’1 febbraio 2022.

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