Mubarak assolto; anzi no: il processo è da rifare. Si può riassumere così l’epopea delle vicende giudiziarie che stanno interessando l’ex Presidente egiziano Hosni Mubarak, a processo per la morte dei manifestanti che, nel 2011, scesero in piazza per esprimere il proprio dissenso contro il suo regime, e vennero brutalmente massacrati per suo ordine dalle forze di polizia del regime. Si tratta di una vicenda che il Paese non ha mai dimenticato, e per questo aveva fatto scalpore la pronuncia dell’assoluzione concessa all’ex dittatore, che ha contribuito a scrivere una pagina nerissima della recente storia d’Egitto.
Tuttavia la procura aveva fatto ricorso contro la decisione di assolvere l’ex leader egiziano, e così la Corte di Cassazione dell’Egitto ha deciso di accogliere le rimostranze dell’accusa ed annullare l’assoluzione. Si tratta di una vicenda contorta che ha avuto numerosi colpi di scena, ma la stessa Cassazione ha precisato che questo sarà l’ultimo: il nuovo processo è stato infatti rinviato al prossimo 5 Novembre, stando a quanto riporta l’agenzia di stampa Mena, ma non ci sarà più modo di procrastinare.
La Cassazione ha infatti sancito che il processo definitivo dovrà venire celebrato proprio presso la propria Corte, specificando che i verdetti che verranno espressi nel nuovo procedimenti dovranno ritenersi “Definitivi, assoluti e senza appello”. Insomma, non c’è più nessun jolly da giocare né per la difesa, né per l’accusa: è finito il tempo dei ricorsi, la prossima sentenza sarà insindacabile.
L’imputato eccellente è ovviamente Hosni Mubarak, ma l’ex dittatore dell’Egitto non è comunque l’unico indagato: insieme a lui saranno riprocessati anche i figli Alaa e Gamal, il Ministro dell’Interno del regime di allora Habib el-Adlii, il latitante Hussein Salem ed altri sei assistenti alle dipendenze di Mubarak. Tutti gli imputati dovranno rispondere (nuovamente, e per l’ultima volta) delle “Accuse di uccisioni di manifestanti della Rivoluzione del Gennaio 2011” e di “Corruzione e malversazione di fondi dello Stato”.